(di Giorgio Massignan) La speranza di noi cittadini è che, finalmente, con un nuovo Sindaco, una nuova Giunta e un nuovo Consiglio, Verona ritorni a ricoprire il ruolo che, a livello regionale e nazionale, le spetta.
Sarà necessario che le aziende partecipate siano gestite da persone competenti e non continuino ad essere una sorta di struttura compensatrice di poltrone e di gettoni. L’Ente Fiera e il Consorzio ZAI, dovranno riacquistare la funzione che, in un passato non troppo lontano, hanno permesso alla nostra città di crescere economicamente. Il nostro aeroporto, il cui sviluppo è stato bloccato per favorire quelli di Venezia e Treviso, dovrà rappresentare il principale scalo per il Veneto occidentale, per Mantova e Brescia e per le Provincie di Bolzano e Trento. L’Ente Arena di Verona, nonostante gli sforzi degli ultimi anni per non farla fallire, ha la necessità di migliorare l’organizzazione interna e la qualità degli spettacoli. Probabilmente, la spettacolarizzazione delle scenografie, non si concilia con la riduzione del personale. Sarebbe anche opportuno rispettare maggiormente la monumentalità dell’anfiteatro romano, evitando la presenza costante delle scenografie che occupano parte della piazza e ostruiscono la percezione dell’Arena.
Ma, soprattutto, sarà necessario che la pianificazione del territorio sia decisa dalla Pubblica Amministrazione, e non dagli investitori privati. I problemi di Verona non sono quelli di accontentare le richieste dei potentati di turno, ma di interrompere il fenomeno dell’abbandono di abitanti dal Centro Storico; di riqualificare le periferie; di calibrare i volumi dei centri commerciali, direzionali e alberghieri, ereditati dalle precedenti amministrazioni, sulla base dei reali bisogni del territorio; di realizzare un sistema del verde, con i relativi parchi urbani e un sistema culturale, individuando nel museo di Castelvecchio, ampliato degli spazi ora occupati dal Circolo Militare Unificato, il fulcro principale, e nell’Arsenale la sua naturale continuazione; di realizzare un efficiente sistema di trasporto pubblico e di mobilità ecocompatibile, realmente alternativo a quello privato a motore; e di bocciare gli assurdi progetti, lasciati come bocconi avvelenati dalla precedente amministrazione, dei Magazzini della Cultura al Pestrino, del Parco della Cultura Urbana in viale Galliano, e del presunto parco urbano nell’area dello Scalo Merci delle Ferrovie, dove sono stati pianificati altri volumi per il Commerciale, per l’Alberghiero e per il Direzionale.
Termino con l’auspicio che la revisione della Variante 29, rappresenti uno dei primi impegni del nuovo assessorato all’urbanistica.