La Regione Veneto ha diffuso il report di Viveracqua (l’associazione dei gestori idrici del nostro territorio, fra le strutture più competenti ed attrezzate del settore in Italia e in Europa) sullo stato dell’arte dell’emergenza idrica. Lo pubblichiamo integralmente:
«Si assiste ad un ulteriore accentuarsi di condizioni di diffusa sofferenza idrica nel territorio distrettuale delle Alpi Orientali, solo in parte mitigata eventi meteorici di carattere temporalesco, ad effetto solo temporaneo.
Come noto, contribuiscono a tale condizione:
- il quasi completo esaurimento della risorsa nivale,
- un quadro diversificato delle portate dei fiumi, già critico e con trend generalmente di riduzione, con risalita del cuneo salino nell’Adige, nel Livenza, e nel Po (oggi con punta di salinità a 13.500 microSiemens/cm).
- una situazione diversificata nei vari ambiti territoriali per quanto attiene allo stato di riempimento degli invasi montani, con una accentuata criticità dello stato di riempimento degli invasi nei bacini dei fiumi Livenza e Tagliamento.
- Una situazione dei livelli di falda nella pianura veneta definita critica, con minimi storici a Dueville e Schiavon (VI), Castelfranco Veneto (TV) ed Eraclea (VE) La persistenza dei così bassi livelli di falda preoccupa particolarmente per le possibili dirette ripercussioni nell’approvvigionamento idropotabile della pianura veneta.
La situazione in Veneto è definita particolarmente critica, con la conferma di uno stato di diffusa criticità dell’approvvigionamento idropotabile principalmente dovuto alla mancanza di ricarica da parte dei bacini montani. Viene in particolare segnalato che la falda freatica dell’alta pianura si presenta ai minimi storici mentre le falde dell’anfiteatro morenico sono ormai indisponibili all’uso idropotabile. Critico anche l’approvvigionamento di numerose sorgenti montane, che segnalano portate ai minimi storici e in alcuni casi già interessate da periodi di asciutta.
Vi è una unanime conferma del notevole abbassamento dei livelli freatimetrici dell’alta e media pianura; nelle zone collinari e montane, dove le reti acquedottistiche sono prive di interconnessioni, sono in atto criticità di approvvigionamento e ne sono prevedibili di ulteriori.
Nel bacino del Piave e dell’Alto Livenza, alcune sorgenti – che alimentano circa 100.000 abitanti – hanno portate direttamente condizionate dai livelli dei bacini idroelettrici.
Nell’ambito veronese sono segnalati notevoli abbassamenti della falda nei pozzi freatici telecontrollati. Le falde artesiane accusano la perdita progressiva di pressione e la conseguente riduzione delle portate disponibili. L’Autorità di Bacino richiama le segnalate serie difficoltà di efficienza delle sorgenti montane e la conseguente necessità di intervenire con autobotti.
Si assiste in questi giorni alla risalita del cuneo salino che condiziona i prelievi idropotabili dell’Adige e, conseguente, il soddisfacimento della richiesta dei vasti insediamenti turistici del corrispondente litorale.
Da un mese il Fiume Po è interessato dal cuneo salino. Le misurazioni della salinità al 27 luglio arrivano a 13.500 mS/cm. Il gestore Acquevenete Spa, per fronteggiare l’eccezionale situazione di crisi idrica e servire una ampia area del proprio territorio in provincia di Rovigo, nella quale risiedono circa 60.000 abitanti, si approvvigiona di acqua superficiale del fiume con tre impianti, dei quali quello più vicino alla foce (Ponte Molo, a servizio di 30.000 abitanti) dista circa 15 km dalla linea di costa. Tale impianto è stato interessato dalla risalita del cuneo salino, con il venire meno delle condizioni di idropotabilità stabilite dalla legge. Hanno avuto efficacia gli interventi di aumento dell’area di influenza di importanti infrastrutture acquedottistiche di valenza regionale che adducono la risorsa sollevata dalla falda pedemontana (il MOSAV – Modello Strutturale degli Acquedotti del Veneto, nello specifico il settore denominato SAVEC – Schema Acquedottistico del Veneto Centrale), il potenziamento di alcuni impianti di produzione locali, il noleggio di un impianto mobile di dissalazione installato presso la centrale di Ponte Molo».