Un dato confortante fra i tanti negativi arriva dalla Regione che comunica che nell’anno corrente per Il Veneto è prevista una crescita del Pil del +3,4% nel 2022. Per i consumi delle famiglie e per gli investimenti fissi lordi è prevista una crescita, rispettivamente, del 3,4% e del 10,0% nel 2022.
Il dato è la risultante di diverse voci, fra le quali importantissima quella relativa al turismo. Superata la crisi della pandemia i turisti sono tornati a milioni sulle nostre coste, marine e lacustri, sulle nostre montagne e nelle città d’arte. Ma è lo spirito d’iniziativa, la voglia di lavorare e di non mollare mai la vera molla della ripresa. Se qualcuno aveva ancora qualche dubbio che la nostra regione fosse la locomotiva economica dell’intero paese è servito.
Quello che stona in tutto questo è che il Veneto non riesca a ottenere l’Autonomia nonostante due governi nei quali la Lega è stata presente. E’ ormai dato per assodato da tutti i sondaggi e gli osservatori politici che la totalità dei collegi della nostra regione andranno al centrodestra. Il minimo che si può chiedere ai candidati è che s’impegnino a portare subito a casa l’Autonomia come primo atto del nuovo Parlamento. Non ci vuole molto. Basta aggiungere le parole ”al Veneto” all’art. 116 della Costituzione che recita: “Alla Sicilia, alla Sardegna, al Trentino-Alto Adige,al Friuli Venezia Giulia e alla Valle d’Aosta sono attribuite forme e condizioni particolari di autonomia, secondo statuti speciali adottati con leggi costituzionali” e preparare lo Saluto Speciale. Abbiamo fior di costituzionalisti in grado di prepararlo in una settimana.
Se l’autonomia ce l’hanno già 5 regioni (e tranne per l’Alto Adige – fissata nel trattato di pace italo-austriaco – per tutte le altre sono venute mene le ragioni della specialità fissata nel 1947) non c’è motivo che non la possa avere anche il Veneto che, tra l’altro, non ha certo bisogno di farsi mantenere.