(di Stefano Tenedini) Per Damiano Tommasi e la sua Giunta è già ora di nomine. Tra una settimana esatta, martedì 16 agosto, dovranno essere depositate le candidature per il rinnovo di un considerevole pacchetto dei vertici delle aziende comunali. Parliamo di AGEC, AMT, VeronaMercato, Amia (con la trasformazione in-house), Istituto Assistenza Anziani, Iciss, Fondazione Bentegodi, Fondazione Atlantide e Accademia di Belle Arti.

Al di là del bilancino politico che definirà gran parte di queste nomine, Tommasi ha l’occasione per marcare un significativo cambio di rotta rispetto alle precedenti gestioni dello spoil system. Ce li ricordiamo quel modello decisionale in stile disfida di Barletta, vero? Tagli netti, a volte contro lo stesso spirito della legge, che hanno portato anche a contenziosi legali (con la vittoria dei ricorrenti, peraltro) e a situazioni che hanno bloccato de facto per diversi mesi l’operatività e danneggiato l’efficacia di alcuni enti finiti nel tritacarne dello scontro politico.

Che lo spoil system – cioè il passaggio di responsabilità al cambio di maggioranza – sia necessario nessuno lo mette in dubbio. L’alternanza alla guida del governo di un’amministrazione deve tramutarsi anche in una nuova guida politica degli enti: che è il modo più efficace per realizzare quanto si è promesso agli elettori e quello “naturale” per azzerare le “incrostazioni” che sempre nascono nella gestione del denaro pubblico.

Ma ora Verona si trova davanti ad un momento assai particolare: alcuni suoi enti sono impegnati in massicce operazioni di investimento a tutto vantaggio della collettività. AGEC, ad esempio, è in piena trance da Superbonus con 600 appartamenti che possono essere sistemati a costo zero per il contribuente grazie a un innovativo contratto con un operatore privato. E’ il primo caso del genere in Italia, studiato anche alla Bocconi. Ma tutto dev’essere fatto entro dicembre. La stessa filovia – presentata in Consiglio comunale la scorsa settimana – deve finalmente trovare un’accelerazione se vogliamo avere prima della fine del secolo un sistema di trasporto pubblico efficiente e sostenibile. Qui si è perso tempo prezioso e non è il caso di aggiungere ritardi a ritardi.

A queste scadenze si aggiungono anche aspetti legati alle relazioni industriali. Ad esempio sempre in AGEC si sta completando una delicata sistemazione degli accordi integrativi, chiudendo con le polemiche del passato e avviando una nuova politica di attrazione di personale qualificato e di consolidamento delle sue capacità operative. Stiamo parlando della gestione di centinaia di dipendenti pubblici in importanti fasi di trasformazioni di impresa, non di una bocciofila, con tutta la stima per il valore sociale.

Damiano Tommasi, che ha ottenuto la fiducia dei veronesi per segnare anche una trasformazione nei metodi e nella visione della politica cittadina, ha quindi una duplice opportunità: cancellare le modalità risultate pesantemente inefficaci dello spoil system targato centrodestra e mettere in sicurezza alcune tra le principali aziende comunali impegnate in una strategica fase di transizione e nello sforzo di intercettare fondi nazionali importanti per la ripresa della città. Per quest la riconferma di alcuni dei presidenti attuali (per adesso anche a termine, indicando e concordando l’esatto obiettivo da raggiungere) sarebbe il segnale di un pragmatismo vincente per Verona, la chiusura coi riti della vecchia politica e l’affermazione del primato degli interessi collettivi sul “particolare” di pochi. Una bella mano da giocare, per un giovane sindaco che deve dimostrare agli elettori di che pasta è fatto…