La prima di campionato il giorno di ferragosto non s’era mai vista. E’ iniziata con il doveroso ricordo di Claudio Garella, il portiere del Verona dello scudetto, ma poi anche del Napoli, morto la scorsa settimana.
Lasagna segna al 28° dopo che il Napoli aveva dominato in lungo e in largo creando anche un paio di occasioni da gol. Ma evidentemente Cioffi, consapevole della differenza tecnica fra le due squadre, ha preparato la partita puntando sul gioco di rimessa e sul contropiede. Il possesso palla degli ospiti è dell’80%. L’Hellas difende con un certo affanno e con qualche fallo in più. E anziché costruire azioni dal basso, com’era solito fare negli ultimi due campionati, punta sistematicamente sulle rimesse lunghe di Montipò che cerca sempre Lasagna e Henry, scavalcando la rete napoletana. Da scordarsi il pressing delle stagioni precedenti, così gli ospiti hanno gioco facile a costruire azioni su azioni che danno il loro frutto solo dopo pochi minuti quando arriva il pareggio al 37° seguito dal gol del vantaggio al 48°.
Nella ripresa il gioco del Verona cambia. L’Hellas prende più coraggio e comincia a costruire, tanto che al secondo minuto pareggia con Henry. Ma passano pochi minuti e il Napoli passa di nuovo in vantaggio in un’azione di contropiede e al 68° fa il quarto gol e dopo dieci minuti anche il quinto. La difesa è un colabrodo e il centrocampo è irriconoscibile. Non è un’impressione. E’ matematica: 9 gol presi in due partite. D’accordo, è presto. Il Napoli è fortissimo e la squadra deve ancora ingranare, soprattutto in difesa. Ma è tutta l’impostazione che non va. E’ solo la prima partita, ma un segnale d’allarme s’è acceso e non si può far finta di niente.