Sono due i metodi usati per decidere le candidature alle elezioni. 

Il primo è quello dei capi-partito che all’interno delle segrete stanze, al massimo condividendo le scelte con i rispettivi cerchi magici, decidono chi candidare nei posti sicuri e chi no. In pratica eleggendo loro quelli che dovrebbero scegliere i cittadini con le preferenze. 

Il secondo è quello grillino delle ‘parlamentarie’, l’approvazione online dei candidati da parte di 50 mila iscritti di quello che rimane del M5S.

Nessuni dei due metodi è giusto. Nessuno dei due permette agli elettori di eleggere i deputati e i senatori. E la finta democrazia diretta delle ‘parlamentarie’ non è migliore del sistema dispotico delle scelte dei capi-partito. E’ una sceneggiata con la quale gli iscritti approvano online un listino di nomi di persone che non conoscono proposti da Conte. E poi sta al capo dei grillini decidere dove candidare i nomi approvati, se in una posizione dove l’elezione è sicura oppure no. Un metodo che in ogni caso non garantisce l’espressione della volontà dell’elettore. Solo fumo negli occhi. Nella sostanza non cambia nulla. Si tratta sempre di scelte imposte dall’alto. E il risultato è sempre lo stesso: l’elettore non conta niente. Deve solo fare la sua brava crocetta sul simbolo. Poi a tutto sul resto pensano i capi-partito. 

Già, i capi-partito. Ma come diventano capi dei rispettivi partiti? Vengono eletti? Vengono fatti i congressi degli iscritti sezione per sezione che eleggono i delegati ai congressi provinciali che a loro volta eleggono quelli al congresso nazionale che elegge tutti gli organi di vertici compreso il capo nazionale? Neanche per sogno! Non si usa più. Troppo rischiosi i congressi per chi comanda. Meglio fare delle kermesse, delle belle convention all’americana create apposta per i media, dove i leader dei partiti vengono celebrati e acclamati. Ma non eletti. 

Allora uno si chiede: ma se nei partiti non c’è democrazia interna; se a decidere i parlamentari sono dei capi non eletti; se da dieci anni c’è un capo del governo eletto da nessuno; se il Pd governa quasi ininterrottamente da un decennio  senza mai aver vinto un’elezione, si può ancora dire che l’Italia è una democrazia?