Germano Mancini, aveva 50 anni, originario di Pescara, era comandante dei carabinieri di Scorzè (Venezia) ed era a Cuba dal 15 agosto.
“Il paziente, che si trovava in condizioni critiche instabili dal 18 agosto, è morto la sera del 21 agosto”, ha dichiarato il ministero della Salute cubano in un comunicato. Mancini è stato ricoverato il 18 agosto. Mercoledì aveva accusato “sintomi generali” di malessere e giovedì si è recato da un medico. È stato trasportato d’urgenza in ospedale dopo aver subito un arresto cardiaco dal quale si è poi ripreso. Secondo il ministero, le persone che hanno avuto contatti con l’uomo, che sono in isolamento, sono attualmente asintomatiche. E’ il primo morto italiano per vaiolo delle scimmie. Il primo in assoluto a Cuba.
Salvo casi eccezionali, la malattia decorre in modo benigno, senza complicanze gravi, e si guarisce in 2-3 settimane.
Il direttore generale dell’ospedale Spallanzani di Roma, specializzato nella cura delle malattie infettive spiega, che “a fronte di oltre 42.000 casi notificati in paesi non-endemici, quindi al di fuori dell’Africa centrale e occidentale, i decessi sono stati solo 5, pari a una letalità di 1,2 su 10.000. La malattia interessa oggi solo dei gruppi di popolazione, e abbiamo un vaccino, che è il vaccino antivaioloso di terza generazione (MVA-BN), che ha una elevata capacità di protezione (almeno 85%) dalla malattia. Allo Spallanzani, Centro di Vaccinazione della Regione Lazio, abbiamo già vaccinato più di 500 persone a rischio di contagio di vaiolo delle scimmie e molti altri verranno vaccinati nelle prossime settimane. Sempre nel nostro Istituto – si afferma – stiamo conducendo studi sulla memoria immunologica delle persone a suo tempo vaccinate contro il vaiolo. I dati preliminari indicano che oltre il 90% delle persone che erano state vaccinate oltre 40 anni fa per il vaiolo, hanno anticorpi che reagiscono con il virus del vaiolo delle scimmie, talora anche in quantità elevata”.
Quindi “il vaccino antivaioloso è in grado di stimolare una risposta immunitaria forte e duratura, anche a distanza di molti anni. Questa risposta nelle persone a rischio per il vaiolo delle scimmie, può essere richiamata facilmente anche con una singola dose di vaccino. Chi non ha ricevuto la vaccinazione in passato, ed ha comportamenti che lo espongono a rischio di contagio, deve invece effettuare due dosi di vaccino, a distanza di 28 giorni”. Per Vaia “si conferma che la vaccinazione, in questo caso solo su popolazione a rischio e non sul totale della popolazione, rappresenta ancora una volta uno strumento altamente efficace e di protezione duratura per contrastare questa