Il vertiginoso aumento del gas e dell’energia in genere investe tutta la società ed anche la scuola.
Quando inizierà l’anno scolastico bisognerà come sempre provvedere a pagare le bollette del riscaldamento e della luce per il riscaldamento e l’illuminazione dei 51 istituti scolastici del veronese. E a questo ci deve pensare la Provincia, che nell’anno scolastico 2020_21 ha sborsato 3.5 milioni di euro e 4.8 milioni di euro l’anno scorso.
In vista di ulteriori aumenti il vice.presidente della Provincia David Di Michele tiene a precisare che da parte dell’istituzione che rappresenta c’è la proposta di istituire un tavolo con le autorità scolastiche per affrontare insieme il problema.
«Ci tengo a tranquillizzare – dice Di Michele in risposta alle ingiustificate polemiche uscite in questi giorni- che nessuno ha intenzione di chiudere le scuole per l’emergenza energetica in corso. Si tratta di una proposta nata dall’esigenza di ottimizzare le risorse a disposizione e rendere più efficiente il sistema scolastico con l’intenzione di ridistribuire quanto risparmiato in progetti educativi e formativi a favore dei ragazzi».
«E’ prevedibile che l’aumento delle bollette aggirerà attorno al 60% – continua Di Michele-. E non è che la Provincia non abbia i soldi per pagarle. Tutt’altro. Ma abbiamo il dovere di non buttar via i soldi».
«L’aumento dei costi – ricorda il vice-presidente- pesa su tutti i contribuenti, per questo si sta ragionando sull’ipotesi “settimana corta” da proporre agli istituti superiori, per i quali ci occupiamo in particolar modo di edifici ed edilizia, affinché valutino la possibilità di pianificarla per il futuro. Proposta che non vuol essere in alcun modo vincolante, nel rispetto dell’autonomia degli istituti. Anche perché, almeno per settembre, in molti non riuscirebbero ad organizzarsi, famiglie comprese e comunque attendiamo disposizioni governative».