(di Alberto Ballestriero e Giorgio Massignan) La nuova Amministrazione di Verona, sta valutando come destinare i circa 15 milioni di euro per le opere compensative al progetto dell’Alta Velocità delle Ferrovie, che la precedente Amministrazione aveva previsto di utilizzare per la realizzazione del sottopasso all’ex Scalo Ferroviario. Un’infrastruttura che avrebbe dovuto collegare stradone Santa Lucia a piazzale Guardini fino a via Albere, in zona Stadio.
La logica che aveva spinto a quella scelta, secondo quanto aveva affermato l’ex sindaco Federico Sboarina, era: “Fluidificare il traffico è l’abc per gestire le grandi città”; tralasciando di aggiungere che le grandi città scoraggiano, con vari sistemi, l’uso dell’automobile. Londra, per esempio, entro il 2024, intende imporre una tassa a coloro che usano l’auto privata in certe zone urbane. Nelle principali città europee, stanno realizzando dei sistemi di mobilità efficaci e non inquinanti, basati sul trasporto pubblico e sui percorsi ciclabili. Del resto, è proprio quanto sostiene anche il nostro Ministero delle Infrastrutture nell’ultimo rapporto del maggio 2022: ‘Verso un nuovo modello di mobilità locale sostenibile’.
I recenti studi hanno dimostrato la necessità di diminuire le automobili private dalle zone urbane della città; realizzare un sottopasso automobilistico che colleghi la zona Stadio con stradone Santa Lucia, incentiverebbe l’uso dell’auto privata, aggravando ulteriormente la situazione viabilistica di una zona come Golosine, già pesantemente congestionata da troppi attrattori di traffico, come la Fiera e i vari centri commerciali.
Ci si chiede, inoltre, quali siano state le basi tecnico scientifiche che hanno portato alla scelta di un’opera così costosa e impattante, e a non considerare l’opportunità di iniziare una reale trasformazione del modello di mobilità urbana della nostra città.
Proponiamo all’attuale Amministrazione di investire i circa 15 milioni per le opere compensative, per completare l’attuale rete di percorsi ciclabili, ora frammentata e, in molti tratti già obsoleta.
Ma, soprattutto per progettare e realizzare un sistema organico di percorsi ciclabili, coordinato con il sistema del verde, realizzando un anello verde di circa trenta chilometri che colleghi le fortificazioni cosiddette extra moenia, dal forte S. Caterina a Forte Procolo; per definire dei percorsi ciclo-pedonali che dall’anello verde si colleghino con le aree a parco dello Scalo Merci della Ferrovia e, attraverso un cavalcavia sopra i binari ferroviari, con lo stadio, la Spianà, e con il parco dell’Adige nord e sud.
Il cambiamento climatico, il continuo aumento dell’inquinamento dell’aria, la carenza di aree verdi e l’invivibilità dei quartieri di Verona sud, impongono una radicale trasformazione del sistema della mobilità nella nostra città.
Chiediamo ai cittadini, alle associazioni ai comitati e a tutti coloro che condividono questa proposta, di sottoscriverla.