(di Stefano Tenedini) Tra un mesetto scarso si vota, e i sondaggi ci stanno dicendo che la partita è quasi del tutto chiusa. Ma a parte che chi entra in conclave da papa a volte ne esce da cardinale (se non da chierichetto), forse è presto per chiudere le scommesse. Si dice anche che tra i due litiganti ogni tanto prevalga e se la goda il terzo (polo): difficile ipotizzarlo, ma di sicuro l’apparizione di Renzi e Calenda al centro ha movimentato la scena elettorale. E’ molto attivo soprattutto il fondatore di Azione, che ha aperto e chiuso tavoli neanche fosse un esperto di catering. Motivo in più per sentire cosa si aspettano gli “azionisti” veronesi. Ne abbiamo parlato con il segretario provinciale Marco Wallner.
L’accordo tra Calenda e Renzi ha rilanciato l’ipotesi di un Terzo Polo quasi al fischio finale, quando ormai non ci credeva più nessuno. E voi ci credete?
Azione ha dovuto scegliere se giocare una partita di breve termine, cioè puntare al 30% dei seggi come era previsto nell’accordo con il Pd, o abbracciare una prospettiva di lungo termine. Abbiamo scelto questa seconda ipotesi, decidendo di correre alle politiche come Terzo Polo insieme a Italia Viva. Nell’immediato forse questa sfida ci penalizzerà, perché in termini di presenza in Parlamento difficilmente otterremo gli stessi risultati che avremmo avuto restando con Letta. Ma abbiamo deciso di proseguire con Renzi e fuori dalla coalizione guardando a un percorso di crescita: la nostra intenzione è diventare rilevanti e creare già da ora un’alternativa alla sinistra e alla destra così come i due poli si stanno presentando agli elettori.
Gli iscritti veronesi hanno approvato la scelta di correre con Italia Viva o preferivano allearsi con il Pd?
A Verona come Azione ammetto che non mi sarebbe dispiaciuto mantenere l’accordo con il Pd, visto che pochi mesi fa la squadra messa insieme per l’elezione di Damiano Tommasi è andata bene. Ma questo vale sul piano locale. A livello nazionale invece la base ha preferito fare una scelta coerente e coraggiosa con il progetto originario. Rinunciare oggi ai seggi su cui avremmo potuto contare rimanendo con Letta è il primo necessario passo per costruire domani l’alternativa nella quale crediamo. Per gli iscritti l’accordo con il Pd suonava come una perdita di identità, e la dirigenza nazionale ha accettato questa indicazione.
A meno di un mese dal voto come vi sembra la situazione? Siete pentiti o scegliete di sperarci? Che ruolo immaginate di riuscire a ritagliarvi?
Adesso i sondaggi hanno cominciato, chi più chi meno, a segnalarci in fase di crescita: evidentemente si sta raccogliendo l’interesse per il Terzo Polo di una parte dell’elettorato. Ho sentito usare l’espressione “ago della bilancia”, ma dobbiamo essere anche consapevoli che con il 6, l’8, forse addirittura con il 10% difficilmente si potrà modificare lo scenario. Alla coalizione di destra viene attribuita una percentuale tale da garantirle un’affermazione così netta da non consentirci di incidere sulla formazione del governo.
E quindi? Le elezioni non sono le Olimpiadi dove partecipare si dice sia più importante che vincere…
No, certo. Ma se cominciassimo a crescere fin d’ora, anche se a piccoli passi, potremmo accreditarci come un’alternativa concreta per creare e consolidare un centro alternativo, liberale e riformista. Ed è la nostra scommessa. Inoltre con Italia Viva c’è, e non da oggi, una concreta convergenza di valori ed elettorato. Senza ipotizzare gli scenari del dopo voto, auspichiamo che Calenda e Renzi definiscano una strategia per contare politicamente al di là dei voti e dei seggi. Di sicuro siamo più in sintonia di quanto sarebbe stato possibile con un soggetto politico come +Europa, che sta diventando sempre più indecifrabile.
Tra i cittadini che arriveranno incerti al seggio chi potrebbe essere spinto a votarvi? Beninteso, a parte un segmento del Pd difficile da “pesare” che nonostante tutto guarda al centro…
Credo che potremmo raccogliere consensi nell’area di una destra moderata. Escluderei Fratelli d’Italia, ma in una parte di Forza Italia sì, quella che all’inizio credeva in valori come la competenza e la rilevanza del mondo economico. A maggior ragione anche parte della Lega potrebbe essere attratta da un Terzo Polo con obiettivi di buon governo, sia nazionale che sul territorio. Molti amministratori locali non ci si vedono più, nella Lega di Salvini. E tanti elettori tra professionisti e alle piccole imprese gradirebbero un cambio di passo, ma non ci sperano più. Nelle regioni del Nord c’è palpabile delusione per l’addio ai progetti di autonomia. No, non la secessione, ma nuovi strumenti e procedure che rendano competitive le aree più produttive del Paese, preda di una burocrazia sempre più incapace a sostenere lo sviluppo.
Torniamo a Verona per rileggere a bocce ferme la scelta di Azione di non correre da sola alle comunali.
Confermo che siamo molto contenti di aver appoggiato Tommasi. Intanto perché lo ritenevamo la scelta migliore rispetto all’alternativa, cioè il sindaco uscente che si riproponeva ai cittadini. Inoltre perché lo consideriamo la soluzione giusta per rilanciare Verona. La partenza è stata positiva, e l’Amministrazione si sta dimostrando aperta ai cittadini e al dialogo con tutti, atteggiamento che in precedenza era mancato. Come va adesso? Beh, adesso speriamo con convinzione che sappia confermare la prima impressione.
C’è però un punto da valutare bene: appoggiando Tommasi in pratica Azione è scomparsa dalla scena.
Sì, abbiamo fatto un sacrificio consapevole: ci siamo impegnati a fondo, senza nasconderci come altri nella lista del sindaco ma presentandoci con il nostro simbolo. Non abbiamo ottenuto il risultato che speravamo, ma per questo impegno ci attendiamo un riscontro positivo in termini di rappresentatività. Pur senza essere in Giunta o in Consiglio, abbiamo persone ricche di competenze e visione manageriale, imprenditoriale e di sviluppo che possono essere utili alla città. Una presenza nelle municipalizzate, a patto che non siano più i poltronifici del passato, è un percorso possibile. Metteremo questi talenti a disposizione del sindaco che presto dovrà affrontare dossier molto complicati: l’AGSM, l’Aeroporto, la Fiera. Se Tommasi riterrà utile una presenza di Azione, per queste partite noi ci saremo.