(di Alberto Brambilla *) “Dobbiamo dare agli italiani quello che si aspettano” dicono gran parte dei leader nostrani, reclamando scostamenti di bilancio, tagli del cuneo fiscale per i redditi più bassi, e così via. Follie italiane di una politica sciatta che guarda al tornaconto del partito e non vede più in là dei problemi di giornata, mentre il Paese è percosso dalle piaghe dell’inflazione, dei tassi in rialzo, del debito pubblico, dalla siccità e dalla guerra. Ma cosa si aspettano dal futuro gli italiani? Evidentemente tanto, “drogati” da promesse e spese insostenibili!
Si sono prima innamorati di Matteo Renzi dandogli addirittura il 40% di voti alle europee del 2014 ma poi, nonostante i molti bonus – tra i quali, il “bonus giovani da 500 euro”, agevolazioni contributive per oltre 10 miliardi per favore le assunzioni, il bonus da 80 euro che costa al Paese circa 10 miliardi l’anno dal 2016 e il REI, il papà del reddito di cittadinanza – si dimise il 7 dicembre del 2016, con un PD dimezzato e una montagna di soldi spesi (a oggi oltre 60 miliardi), che però non hanno soddisfatto le brame del popolo che in un’indagine di quei mesi giudicava il nostro Servizio Sanitario Nazionale “insufficiente”. Un popolo cattivo e severo? No, solo una popolazione a cui hai promesso la luna e che è quindi insoddisfatta anche di uno dei migliori sistemi sanitari mondiali, peraltro totalmente gratuito.
Lasciato Renzi, l’assetato popolo dei diritti e dei bonus si invaghisce del Movimento 5 Stelle che promette un reddito certo (RdC) e un posto fisso per tutti (il Decreto Dignità): è un plebiscito in Sicilia e un enorme successo a livello nazionale, con oltre il 34% di “share”. Il maggior partito in Parlamento che conquista anche Roma e Torino: i governi Conte 1 e 2 saranno un disastro per la povera Italia ma capi e capetti di tutti i partiti, incuranti del debito pubblico al 132,08% del PIL, moltiplicano le promesse. E, con esse, cresce la rabbia degli italici che insoddisfatti voltano le spalle al M5S in meno di 2 anni – Renzi era durato 2 anni e 9 mesi e Berlusconi, che vinse le elezioni del 2001, promettendo le pensioni da 1 milione al mese e l’abolizione dell’IMU, e nel 2008 promettendo di portare tutte le pensioni a mille euro, cosa che avrebbe sfasciato il sistema pensionistico, nei suoi ultimi 3 governi era durato oltre 9 – e si innamorano della Lega di Salvini, che promette pensioni per tutti, Quota 100, cancellazione e rottamazione delle cartelle esattoriali (leggasi condono). Alle europee del 2019 la Lega raggiunge il 37% di consensi.Le promesse continuano e sono talmente tante e finanziariamente tanto insostenibili che buona parte di esse non viene mantenuta aumentando così il rancore degli italiani verso la politica, con un aumento dell’astensionismo. E in meno di 2 anni anche Salvini cala nei sondaggi al 14%, mentre si fa strada un nuovo amore, quello per “io sono Giorgia”.
Ma quanta verità conoscono questi italiani? Evidentemente poca, molto poca. Forse non sanno che siamo in cima alle classifiche per evasione fiscale; pensano di essere oppressi dalle tasse e invece non solo non pagano nulla ma sono anche beneficiari di molti servizi gratuiti, a partire dalla sanità. Qualche esempio? Il MEF ci dice che quelli che fanno una dichiarazione dei redditi sono circa 41 milioni ma quelli che pagano almeno 1 euro di IRPEF sono 30 milioni; ergo, metà degli italiani vive “a carico” di qualche altro. Stando alle loro dichiarazioni ai fini IRPEF, 10 milioni di contribuenti – pari a 14,48 milioni di abitanti – vivrebbero per un intero anno con meno di 3.750 euro lordi; altri 8,1 milioni di contribuenti (11,66 milioni di abitanti) dichiarano redditi tra 7.500 e 15.000 euro, pari in media 651 euro al mese; altri 5.550.000 (8 milioni di abitanti) dichiarano redditi tra i 15 e i 20mila euro lordi l’anno (meno di mille euro al mese!). Riassumendo, i contribuenti delle prime due fasce di reddito, che sono 18.140.077, cioè il 43,68% del totale dei dichiaranti pari a 26,13 milioni di abitanti, pagano solo il 2,31% di tutta l’IRPEF, cioè circa 4 miliardi, vale a dire – udite, udite – ben 153 euro l’anno. Per il solo servizio sanitario di cui beneficiano gratuitamente costano ad altri cittadini “volonterosi” ben 50,4 miliardi l’anno; poi ci sono tutti gli altri servizi forniti gratis da Stato, regioni, comuni, comunità montane, e così via, di cui evidentemente si rendono poco conto se evidenziano un continuo malcontento che si riflette nelle urne. Se aggiungiamo la terza classe di redditi (da 15 a 20mila euro lordi l’anno), arriviamo a 34,1 milioni di abitanti, poco più del 57%, che messi insieme pagano 14,7 miliardi di IRPEF, pari all’8,35% del totale delle imposte (431 euro a testa l’anno!). Per la sola sanità, il costo a carico del 13,07% della popolazione che dichiara da 35mila euro lordi l’anno in su sale a 54 miliardi e a 182 miliardi considerando anche altre due funzioni: scuola e assistenza. Le stesse proporzioni valgono per le imposte indirette.
Cari Salvini, Conte, Berlusconi, politici e sindacati, serve altro? Bollette gratis? Pace fiscale e sconti sui contributi? Riduzione dell’inesistente cuneo fiscale solo per i redditi sotto i 35mila euro l’anno, quello sparuto 13,07% di contribuenti, pari a meno di 5 milioni di italiani, che sono i “nuovi schiavi”? Avete capito che non si possono fare scostamenti di bilancio perché ogni anno già facciamo tra i 30 e i 40 miliardi di nuovo debito? Avete capito che la proposta di riduzione delle tasse sul lavoro è inutile perché il 60% della popolazione non paga quasi nulla? Avete capito che gran parte della differenza tra stipendio netto e costo azienda va a beneficio dei lavoratori e che chiedere uno sconto di 3 punti di contributi devasta il sistema pensionistico? Chi paga?
Possibile che la politica non riesca a dire la verità agli italiani, e cioè che viviamo molto al di sopra delle nostre possibilità, che è tutto gratis: sanità, scuola, la gran parte dei sevizi degli enti locali, dopo che Berlusconi ha eliminato l’IMU, l’acqua e così via; che tra Stato centrale ed enti locali vengono elargiti ogni anno oltre 180 miliardi in aiuti e sussidi, tutti esentasse, che ovviamente creano altra evasione IRPEF e IVA? Possibile che non sappiate che gli italiani non sono così poveri perché spendono oltre 130 miliardi per giochi e lotterie, che siamo al secondo posto in Europa per possesso di animali da compagnia e al primo posto per prime e seconde case, automobili, telefonia e abbonamenti a pay-tv? Non è ora di finirla con questa politica inetta che, con la complicità di media, sindacati e spesso della Chiesa, ha drogato con false promesse la popolazione italiana parlando solo di diritti e mai di doveri?
Dopo esservi prodigati per evitare che Draghi diventasse Presidente della Repubblica e fischiasse la fine della ricreazione, siete riusciti a friggerlo incuranti dei rischi connessi alla fine del Quantitative Easing della BCE, sui tassi e sull’irredimibile debito pubblico e del PNRR. Abbiamo così rinunciato alla sola persona che avrebbe potuto salvare il Paese.
(* Presidente di Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali )