(Di Gianni Schicchi) Con la straordinaria partecipazione della Rundfunk Sinfonieorchester Berlin mercoledì si apre , al Teatro Filarmonico, alle ore 20.30, la XXXI edizione de Il Settembre dell’Accademia 2022. Il famoso festival internazionale di musica sinfonica, per l’inaugurazione della sua stagione, è ricorso nuovamente ad un grande complesso come l’Orchestra della Radio di Berlino, guidato dalla bacchetta di un eclettico direttore: il cinquantenne russo Vladimir Jurowski, indiscusso musicista e figlio d’arte.
Jurowski, che dal 1990 è cittadino tedesco, è conosciuto ed apprezzato in Italia per le sue ripetute presenze, all’Accademia di Santa Cecilia di Roma, al Rossini Festival di Pesaro e nei teatri di Venezia, Firenze, Milano, Bologna, Napoli. Al Filarmonico si è presentato in altra occasione, nel 2015 con la London Symphony, per esibirsi in un grande successo personale.
Dalla stagione 2017-2018 ha assunto la direzione principale della più antica orchestra radiofonica tedesca (il prossimo anno la Rundfunk Berlin festeggerà i cento anni di attività) che ha già annunciato l’estensione del contratto, come direttore principale ad Jurowski, fino al 31 agosto 2027. Solista della serata sarà poi la violinista norvegese Vilde Frang (anche lei in altra occasione presente al Filarmonico) impegnata nel Concerto n.1 di Bartok, mentre l’orchestra affronterà una delle più grandi pagine sinfoniche del Novecento: la Quinta Sinfonia in do diesis minore di Mahler.
Ispirata al romanzo Il Titano di Jean Paul, la Quinta aveva originariamente un preciso “programma” musicale, che più tardi il compositore abolì: la prima parte, comprendente i due tempi iniziali, descriveva atmosfere giovanili, la seconda parte era intitolata “Comoedia humana”. È evidente che questo lavoro nacque dunque nel segno del poema sinfonico più che in quello della rigorosa forma di derivazione classica. L’organico è quello della grande orchestra, ma ancor contenuto entro limiti che Mahler supererà ben presto, già a partire dalla Seconda Sinfonia. E pur con la sua durata di 50 minuti, si tratta sempre del lavoro meno esteso, rispetto ai successivi che sono per lo più di proporzioni colossali.
Già nella Prima Sinfonia il compositore dimostra di saper creare atmosfere piene di suggestione, di saper trattare l’orchestra con suprema padronanza; e la predilezione evidente di temi popolari e di ritmi di marcia ci fa intendere fin d’ora quale strada seguirà nella sua posteriore produzione.