Qualità ottima, grazie alle piogge agostane che hanno ridato vigore alle piante anche in termini di quantità, la cui stima è risalita fino a valori vicini all’ultimo quinquennio (-6-7% rispetto al 2021). Ma più della siccità, per il vigneto Valpolicella l’emergenza è legata a una manodopera mai carente come quest’anno, che rischia di pregiudicare parte del raccolto. Lo rileva il Consorzio tutela vini Valpolicella all’avvio, oggi, della vendemmia di uve per l’Amarone. “Per le nostre 2.300 aziende associate – ha detto il presidente del Consorzio tutela vini Valpolicella, Christian Marchesini – il vero problema oggi è dato da un personale sempre più difficile da trovare, a causa di una forte contrazione di operatori provenienti dall’Est Europa e soprattutto per effetto di dispositivi che non aiutano. A partire dalla cancellazione dei voucher, dalla cosiddetta quota 100 che obbliga i pensionati a non fare lavori saltuari, fino al reddito di cittadinanza, che ha generato una dinamica involutiva nella domanda di lavoro. Un combinato di fattori che pesa particolarmente per una vendemmia come la nostra, perché necessita di adeguate tecniche di raccolta e ancor più di una cernita artigianale e competente delle uve”. Il Consorzio stima in forte crescita la presenza di addetti stagionali (5-6 mila in totale) italiani, in particolare studenti universitari e ragazzi inoccupati.
Sul piano fitosanitario, le uve si presentano in ottimo stato, con una buona fase finale della maturazione. I fenomeni grandinigeni sono stati molto rari e complessivamente senza ripercussioni, mentre la siccità ha dato alcuni problemi nei vigneti giovani, nei terreni sciolti e dove non è stato possibile irrigare. La raccolta delle uve per l’Amarone è prevista a partire da oggi, mentre per il Valpolicella l’avvio è per metà settembre. La Do Valpolicella si presenta alla vendemmia in ottima salute anche in chiave commerciale, con una crescita in doppia cifra delle vendite dei suoi prodotti – a partire da Amarone e Valpolicella Ripasso – e le giacenze attuali in netto calo.
La Doc comprende 19 comuni per quasi 8.600 ettari di vigna, una produzione che lo scorso anno si è attestata a 73,6 milioni di bottiglie per un valore alla produzione di circa 500 milioni di euro, di cui quasi la metà relativi alle vendite di Amarone.