Ieri si sono svolti in tutt’Italia i test per accedere a Medicina. 65.378 studenti che aspirano ad intraprendere la strada del medico si sono cimentati con i famigerati test d’ingresso nelle varie sedi universitarie, compresa Verona. I posti disponibili sono 15.876, quindi potrà entrare solo uno su quattro. I candidati hanno dovuto rispondere a 60 domande a risposta multipla, mettendo la crocetta su una delle 5 risposte proposte nei 100 minuti messi a disposizione dei candidati. Il punteggio massimo previsto per la valutazione è di 90 punti.
Quest’anno il 15% delle domande verteva su logica, matematica e umanistica. Il resto dei quiz era di biologia, chimica, fisica. 4 quesiti di competenze di lettura e conoscenze acquisite negli studi; 5 quesiti di ragionamento logico e problemi; 23 quesiti di biologia, 15 quesiti di chimica e 13 quesiti di fisica e matematica.
Intanto le polemiche sulla modalità del numero programmato non si placano, alimentate dalla carenza dei medici. Chi giustifica la permanenza di questo blocco all’accesso alla facoltà di Medicina dice che il problema non è il numero chiuso a monte, ma i pochi posti nelle scuole di specializzazione a valle, determinati dalla limitata disponibilità per finanziare le borse di studio, ovvero gli stipendi che vengono corrisposti agli specializzandi. Si tratta di un’oggettiva difficoltà, però facilmente superabile aumentando le risorse a disposizione. Con tutti i soldi che vengono spesi inutilmente, si pensi solo a quelli buttati letteralmente via per i banchi con le rotelle, no pare un’impresa insormontabile pagare 1.500 euro al mese qualche migliaio di giovani medici che svolgono un servizio negli ospedali imparando il mestiere.