(aggiornamento ore 15.03) Una tromba d’aria sul Lago di Garda partita dalla sponda bresciana e grandine con vento forte a macchia di leopardo in Valpolicella. È quanto avvenuto nella mattinata di oggi nella provincia veronese.

Il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, sta seguendo personalmente l’evoluzione della situazione dei danni in Valpolicella, dopo la forte grandinata che ha colpito l’area e che rischia di avere ripercussioni sull’avvio della vendemmia. Il Governatore sta raccogliendo informazioni puntuali per valutare l’eventualità di assumere decisioni formali per una zona che, non va dimenticato, vede impegnata la Regione nella preparazione del dossier per la candidatura a Patrimonio Universale dell’Unesco.

In particolare, come evidenzia Michele Marani, direttore del Codive, il consorzio veronese che si occupa di difesa e prevenzione contro i danni causati alle produzioni agricole e zootecniche da avversità atmosferiche e altre calamità, “l’area interessata sembra essere la parte di Negrar più a nord est (località Quena, Mazzano e S. Peretto), la parte più a nord di Fumane (località Cavalo) e alcune località di Marano (località Gnirega, Novaia)”. Colpite sia dalla grandine che da vento forte le colture dell’ulivo e della vite, quest’ultima proprio in una fase delicata di inizio della vendemmia.

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A rischio maltempo in queste settimane soprattutto i vigneti della Valpolicella

“Il nostro tecnico è al lavoro per le rilevazioni sul territorio e per verificare la situazione. La vite è tra le produzioni maggiormente assicurate, perché è la più presente sul territorio”, precisa Marani. “Nei prossimi giorni sarà possibile fare un primo bilancio. Va però precisato che tutto sommato l’estate è passata senza eventi estremi di maltempo, diversamente dal 2021. Ma è evidente che ogni anno il clima in provincia dimostra una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con periodi siccitosi come quest’anno, sfasamenti stagionali, caldo, grandine e vento anche fuori dai canonici periodi di maltempo dell’anno”, conclude il direttore del Codive.