(di Stefano Zorzi) L’altipiano di Asiago, o dei 7 comuni, è un posto magico. Migliaia di leggende, racconti, storie e “fole” hanno accompagnato gli abitanti che andavano a “far filò” nelle stalle durante le serate invernali. L’altipiano con i suoi boschi fitti e le sue alture aperte è stato anche teatro di alcune delle più sanguinose battaglie della prima guerra mondiale e passeggiando fra trincee e fortificazioni non è raro imbattersi in ameni cimiteri di guerra che ci invitano a riflettere sui valori, veri e profondi, della vita. Camminare fra i boschi di Sleghe (Asiago in cimbro, lingua autoctona dell’altipiano) magari la mattina presto con la rugiada come tappeto e le cime degli abeti a puntare l’azzurro terso del cielo, ha davvero un alone di magia. Ebbene in questo contesto da diciassette anni si realizza un’altra piccola magia, magari un po’ più concreta, ma certamente accattivante: l’Asiago Buster Camp. Tutti, più o meno, sanno cos’è un camp estivo, sia esso sportivo o meno. Esistono moltissime strutture che dedicano la loro attività all’organizzazione di settimane, spesso estive, aperte a ragazzi di varie età che si dedicano ai più svariati sport. Per Buster, associazione sportiva dilettantistica, il Camp è una realtà ben più importante che si interseca da quasi due decenni con l’Altopiano dove i colori bianco e blu sono ormai di casa. Anche quest’anno la chiassosa carovana del camp composta da circa 140 ragazzi e una ventina di persone dello staff Buster, ha aperto la nuova stagione agonistica riassaporando il gusto della palestra e degli allenamenti e coinvolgendo nell’avventura tutte le giovanili: dai nani del minibasket agli atleti, ormai grandi, dell’Under 19.
Asiago e il Camp: una settimana magica dove staff e partecipanti condividono la ripresa della stagione agonistica soprattutto divertendosi, al fresco dell’altipiano dei Sette Comuni. Tanto basket e tante attività aggiuntive coordinate dallo staff Buster guidato da Nicoletta Caselin, Direttore Generale di Buster che cosi definisce l’esperienza del Camp: “Per Buster da sempre il Camp è qualcosa in più della semplice ripresa dell’attività: è soprattutto un ritrovare lo spirito della Famiglia Buster; staff e ragazzi (e le famiglie che ce li affidano) che consolidano la loro comunione di intenti per la stagione che inizia. Un piacevole sforzo comune per riaffermare fortemente i valori di Buster”.
Come detto l’Asiago Buster Camp è quasi maggiorenne e chi può esprimere al meglio la profondità del senso di questa esperienza è sicuramente Gabriele Zuccher, storico dirigente Buster che afferma: “in questi diciassette anni il Camp è cresciuto, è cambiato, si è evoluto seguendo soprattutto il percorso dei ragazzi che sono davvero molto diversi da quelli che frequentavano le prime edizioni: ciò che non è mai cambiato è lo spirto Buster che da sempre caratterizza questa fondamentale esperienza formativa nella quale gli atleti, piccoli e grandi, e lo staff si immergono in una settimana veramente Buster… Basket per prendere slancio per la nuova stagione”.
Crediamo che queste parole chiariscano il senso della parola magia, associata all’esperienza dell’Asiago Buster Camp. Un’esperienza di formazione e condivisione per gli atleti, e per lo staff Bus che, come d’uso nell’associazionismo dilettantistico è per la maggior parte composto da volontari.
Ecco, è questo il tocco magico: prendere un gruppo di entusiasti volontari, miscelarli con alcuni professionisti dello sport e far si che 140 ragazzi condividano una settimana di basket e molteplici attività sportive e non, con assoluta unità di di intenti.
Tutto questo si ripete, con successo, da 17 anni consecutivi: nemmeno la pandemia ha fermato l’Asiago Buster Camp, l’impegno si è raddoppiato, e forse triplicato ma l’Asiago Buster Camp non è mai stato in discussione. Mai, nemmeno per un’istante. Magico Asiago Buster Camp. Alla prossima edizione.
P.S. un sentito ringraziamento alla Amministrazione Comunale di Asiago e all’Assessore allo Sport Franco Sella per il costante e fattivo supporto alla realizzazione del Camp.