La notizia non ha fatto piacere ai vertici di VeronaFiere, società con una vasta partecipazione pubblica nel suo capitale, che ha stretto con l’Unione Europea rapporti assai stretti sin dagli Anni Sessanta con scambi assai proficui di informazioni, progetti, programmi e costante condivisione di un know-how unico fra Bruxelles e Verona. Vedersi accostati ad un’indagine per utilizzo scorretto di fondi comunitari, al pari di un furbetto del quartierino qualsiasi, ha dato fastidio e suscitato preoccupazione. Perché Bruxelles nel settore primario è l’interlocutore principale e il sistema-Italia non può presentarsi come un’anatra zoppa. Quindi una smentita netta: “Con riguardo alle notizie pubblicate oggi in ordine alla pendenza di un’indagine nei confronti di Veronafiere, la Società comunica di non essere destinataria di alcun provvedimento di sequestro e che, per quanto noto, nessun dirigente o dipendente di Veronafiere risulta sottoposto ad indagini. Veronafiere confida pertanto nell’operato della Magistratura e nell’accertamento della propria estraneità ad eventuali ipotesi di illeciti nei confronti dell’Unione Europea”.
Più sfumata la posizione dell’ Unione Italiana Vini (Uiv), a conoscenza da tempo del lavoro degli inquirenti in una nota commenta che “informata sugli sviluppi dell’indagine a carico di Unione Italiana Vini Società Cooperativa e dei suoi vertici, anche alla luce del buon operato e della trasparenza da sempre dimostrata, confida in un rapido chiarimento della vicenda ed esprime piena fiducia nella Magistratura, così come nell’operato del management coinvolto”.
La notizia ufficiale dell’indagine della Procura milanese era arrivata a metà mattinata. Questa l’agenzia Ansa: “ Il Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano ha effettuato un sequestro per oltre 2 milioni di euro per una presunta frode ai danni dell’Unione Europea nell’ambito di un’inchiesta, coordinata dalla Procura Europea, che vede tra gli indagati anche due società, Veronafiere spa e l’Unione italiana vini società cooperativa, “azienda leader nel settore vitivinicolo”. Il provvedimento di sequestro preventivo è stato firmato dal gip di Verona. La presunta truffa riguarderebbe “la partecipazione ad un bando europeo” per la “promozione di prodotti agricoli, nel mercato interno e nei Paesi terzi”.
La Gdf nell’indagine coordinata dalla Procura Europea, sede di Milano, ha eseguito un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca di oltre 2 milioni e 85mila euro a carico della cooperativa Unione Italiana Vini. Sono indagate anche tre persone fisiche, ossia l’AD di Unione Italiana Vini, Paolo Castelletti, il direttore finanziario e un consulente della cooperativa. L”ipotesi è truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche di matrice unionale“. La presunta frode riguarda “l’ottenimento di un finanziamento diretto” di oltre 5 milioni di euro, di cui oltre 2 già erogati, “in due tranche una nel 2018 e una nel 2020 dall’Agenzia Esecutiva dell’Unione Europea per i consumatori, la salute, l’agricoltura e la sicurezza alimentare” ed incassati “dalla cooperativa, in qualità di beneficiario-coordinatore del progetto“.
A poche ore di distanza la smentita di VeronaFiere e le precisione di UIV.