Ognuno, fin da quand’eravamo piccoli, avrà avuto esperienza della stupidità di chi deride un altro per il suo aspetto fisico. Manifestazione, oltre che di mancanza di rispetto, di scarsa intelligenza. La dominante cultura anglosassone definisce questo atteggiamento idiota come ‘body shaming’, ossia ‘far vergognare qualcuno del proprio corpo’. Un comportamento che invece è vergognoso in sé, per chi lo attua, e dannoso per chi viene preso in giro, per le possibili conseguenze psicologiche a volte anche gravi.
Al contrario quello che viene definito come ‘body positivity’ è quell’atteggiamento mentale che tende ad accettare l’aspetto fisico proprio e degli altri, rifiutando gli standard di bellezza imposti dalla società.
Non c’è dubbio che il ‘body shaming’, vada combattuto ad ogni livello, iniziando dai primi anni di vita, in famiglia e a scuola.
Ma accettare a scatola chiusa la ‘body positivity’ comporta dei rischi. Sull’accettazione dell’aspetto fisico degli altri non si discute. Può invece essere rischiosa l’accettazione della propria obesità, che non riguarda solo l’aspetto, ma la salute in quanto è una malattia vera e propria. La sua accettazione da parte dell’obeso è di una estrema gravità perché, oltre ad essere una patologia in sé, è anche un fattore di rischio per le malattie cardio-vascolari, metaboliche, osteo-articolari oltre che per i tumori. Non va quindi considerata come una condizione ‘normale’.
Nel mondo ci sono più di 500 milioni di obesi. Il loro numero è in aumento a causa di un’alimentazione sbagliata indotta anche dal marketing.
In Italia -dati dell’Istituto Superiore di Sanità- c’è un adulto obeso ogni 10. 3 su 10 sono in sovrappeso. In Puglia e Campania il maggior numero delle persone in sovrappeso. In Calabria e Campania anche il maggior numero di obesi.
Nel 2019 i bambini in sovrappeso erano il 20,4% e quelli obesi il 9,4%. In Europa l’Italia è al primo posto per obesità e sovrappeso nella fascia dai 5 ai 9 anni. Molte volte è colpa delle mamme che credono che un figlio cicciottello sia più sano, mentre uno magrolino sia fragile o malaticcio.
Obesità e sovrappeso vanno trattati già nei bambini.
Mai pensare che l’obesità sia una condizione normale. Si trascina dietro dei rischi come l’ipertensione, le dislipidemie, il diabete di tipo B, molte altre malattie, come ictus e infarti, quali sindrome metabolica, apnee ostruttive del sonno, disfunzione endoteliale, stato di infiammazione cronica, iperuricemia, intolleranza glucidica e insulino-resistenza. E un sacco di guai nella vita di relazione e nei movimenti rendendo difficili se non impossibili quelle che sono le piccole azioni quotidiane.
Il modo più corretto per affrontare l’obesità è, dopo aver preso coscienza che di malattia si tratta, cambiare lo stile di vita e l’alimentazione, ricorrendo al medico che a sua volta potrà indirizzare, se necessario, ad un nutrizionista e ad uno psicologo per il necessario supporto motivazionale.
Ultima ratio la chirurgia bariatrica.