Come anticipato l’8 agosto dal nostro giornale – qui l’articolo – il governo Draghi e Intel hanno scelto Vigasio come sito italiano preferito per una nuova fabbrica di chip da svariati miliardi. L’investimento di Intel in Italia fa parte di un piano più ampio annunciato dal produttore di chip statunitense lo scorso marzo, che prevede di investire fino a 80 miliardi di euro (77,5 miliardi di dollari) nel prossimo decennio per costruire capacità produttive in tutta Europa.
Con un investimento iniziale di circa 4,5 miliardi di euro, destinato a crescere nel tempo, Intel ha dichiarato che l’impianto italiano creerà 1.500 posti di lavoro più altri 3.500 nell’indotto, tra fornitori e partner. Le attività partiranno tra il 2025 e il 2027. Lo stabilimento italiano dovrebbe essere un impianto avanzato per l’imballaggio e l’assemblaggio di semiconduttori, che utilizzerebbe nuove tecnologie per i chip. Reuters, citando fonti anonime, spiega che governo italiano e Intel hanno siglato un accordo globale all’inizio di settembre, ma che nessun annuncio pubblico sarà fatto prima dell’esito delle elezioni generali del 25 settembre. L’ufficio di Mario Draghi ha rifiutato di commentare.
Situata sulla strategica autostrada e ferrovia del Brennero, Vigasio è l’opzione preferita tra una rosa di due siti: l’altro si trova del Piemonte nord-occidentale. Vigasio è ben collegata con la Germania e in particolare con la città di Magdeburgo, dove Intel costruirà due stabilimenti. Intel e il governo avevano inizialmente preso in considerazione anche siti in Lombardia, Puglia e Sicilia. Gli stretti collaboratori di Draghi intendono avviare trattative dietro le quinte con i loro probabili successori per evitare qualsiasi rischio che l’accordo possa essere messo in discussione dal nuovo governo italiano, dice Reuters, aggiungendo che la scelta del sito è molto delicata dal punto di vista politico.
Reuters dice anche che Roma è pronta a finanziare fino al 40% dell’investimento totale di Intel in Italia. Il contributo dello Stato al programma di investimenti di Intel deve essere necessariamente condiviso con il prossimo governo prima che qualsiasi accordo venga formalizzato e Draghi potrebbe lasciare che sia il prossimo governo a fare l’annuncio.