(di Francesco Bovolin) Citazione strana, devo ammetterlo, dell’Oracolo di Delfi. Ma calza a pennello sul tema della bellezza in odontoiatria. La bellezza, è arcinoto, non è una costante ma una variabile nel tempo. Una cosa era la bellezza ai tempi della Venere steatopigia, un’altra la bellezza della Venere del Botticelli. Diversa la bellezza di una matrona romana da quella della dama del rinascimento. Ai nostri tempi, poi, il cambiamento è ancora più veloce: ai tempi della Verona Beat dei Gatti di Vicolo Miracoli piacevano le ragazze hippie, ora sembrerebbero anacronistiche, lontane, persino brutte. Così anche in odontoiatria l’estetica si è imposta come un bene prioritario, da perseguire, a volte a scapito della funzione. Non della salute, non esageriamo, ma della funzione e dell’economia biologica sì, succede.
Maura Gancitano, filosofa scrittrice, ne parla a lungo nel suo libro “Specchio delle mie brame – La prigione della bellezza” di recente pubblicazione. Lo consiglio.
E come si cala tutto ciò nell’odontoiatria? Non certo a proposito della buona pratica odontoiatrica, ci mancherebbe, ma delle scelte pre-terapeutiche. Se la bellezza diviene valore primario e prevarica quello della funzione, significa che noi, condizionati nelle nostre decisioni abbiamo perso la nostra libertà. Libertà di scelta. Come ciò accada provo a descriverlo.
Il motore principale delle nostre decisioni a riguardo della salute dovrebbe essere appunto il mantenimento della salute, di cui la “funzione” fa parte. I nostri organi, quindi anche la cavità orale, hanno scopi precisi per cui la natura li ha modellati. A fronte di malattia, trauma o semplice invecchiamento, dovremmo cercare di mantenerli in salute, quindi in “funzione”. Lo facciamo sempre? Tutti?
No, la risposta è no.
Il commercio, la moda, il condizionamento mediatico, hanno usato in questi ultimi anni i potenti mezzi messi a loro disposizione dalle televisioni e dai media per modellare i desiderata degli utenti nel senso a loro conveniente, cioè inducendoli a spendere, verso beni che premiano più l’”apparire” dell’”essere”. L’odontoiatria ne è purtroppo parte.
Rimodellare il proprio sorriso, il proprio aspetto, può certamente essere approvato se in giusta proporzione all’impegno terapeutico del lavoro programmato e soprattutto alle disponibilità economiche del soggetto in questione. Ma osservando ad esempio le martellanti pubblicità che ovunque ci sono, noteremo che si parla quasi sempre del sorriso, ad esempio, e poco o mai di salute. Noteremo che i tempi di esecuzione delle cure vengono promessi essere ridottissimi, per non creare disagio sociale, senza minimamente prendere in considerazione le variabili imposte dalla natura, cioè dai tempi biologici. Sottolineo, per essere più chiaro, che indipendentemente dalla ipotetica prestigiosa abilità dell’operatore, la guarigione di una ferita, o la mineralizzazione dell’osso mascellare, seguono tempi biologici dettati dalle celluline che lo compongono, non dalle slide pubblicitarie del centro odontoiatrico croato che promette in due giorni di sanare una situazione gravemente danneggiata con teorica enorme soddisfazione biologica del paziente ma soprattutto reale enorme soddisfazione economica priva di rischi degli operatori.
Tutti sapete, o almeno lo sappiamo noi del mestiere, che il nickel è un elemento chimico capace di causare, a contatto delle mucose orali nel caso specifico, gravi reazioni di intolleranza da contatto. Ecco quindi che nella protesica orale, cioè corone e scheletrati, il nickel non può e non deve essere utilizzato. Vi siete mai chiesti se il medesimo diniego venga usato anche nella fabbricazione dei numerosi, e secondo me orribili, piercing che purtroppo ci capita di vedere transfissi nelle labbra di ragazze e ragazzi, o attraverso la loro lingua? No, ve lo dico io, non vi sono limitazioni. E chi questo piercing lo ha posto in essere, che titolo ha per poterlo fare? E’ in grado di affrontare complicazioni? Diagnosticarle? Curarle?
E gli sbiancamenti dentali fatti nei centri di estetica? Come fossero le unghie in gel, o le creme antirughe. Il cittadino sa che la concentrazione delle sostanze attive per lo sbiancamento, perossido di idrogeno e perossido di carbamide, è in questo caso per disposizione di legge circa 10 volte inferiore a quella che usa un odontoiatra?
Ho voluto tracciare questo sintetico quadro della realtà attuale per ricordare a tutti che la medicina e l’odontoiatria sono scienze che tutelano in primis la salute del cittadino, tutto il resto deve venire dopo. E ho volutamente trascurato un argomento, quello delle mascherine ortodontiche eseguite in via telematica, perché voglio parlarne più a lungo, con cura, prossimamente.