Dal 26 settembre al 2 ottobre a Roma il Festival della Salute Mentale per il quale la Doxa ha effettuato un’indagine demoscopica sui disturbi mentali in Italia. Su un campione di mille persone l’80% afferma di essersi relazionata con persone con disturbi mentali, dall’ansia o la depressione a forme più gravi come la schizofrenia o i disturbi bipolari. Dato che parla chiaro: i disturbi mentali sono più diffusi di quanto si possa pensare.
Dal sondaggio risulta anche che fra la gente stentano ad essere superati certi pregiudizi nei confronti delle persone con disturbi mentali, che vengono a torto ritenute pericolose o violente per se stesse dal 65% e pericolose anche per gli altri dal 48%.
Questo pregiudizio nuoce all’accesso alle cure e conduce a isolamento sociale, discriminazioni, violazioni dei diritti in famiglia, come a scuola, nei luoghi di lavoro. In realtà sono loro stesse quelle più a rischio di aggressioni e di abusi, in particolare le donne.
Sono poco meno di 1 miliardo nel mondo le persone con disturbi mentali (dato del 2019). Ed è molto probabile che la pandemia abbia alzato notevolmente questa cifra.
I disturbi più diffusi sono ansia e depressione, aumentati del 25% nel primo anno di pandemia. La schizofrenia si verifica in circa un adulto su 200 e in Italia si stima ne soffrano in 245mila.
Un altro luogo comune emerso dall’indagine Doxa è che sarebbero i ragazzi fra i 14 e i 24 anni quelli più a rischio di disturbi mentali. Ma non è vero.
Altro dato interessante è che si stenta a condividere i problemi psicologici: il 78% ritiene che ne parlerebbe solo con i conoscenti più stretti o i familiari, mentre il 22% preferirebbe non parlarne con nessuno. E questo è un segnale molto negativo in quanto ostacola l’accesso alle cure.
Sembra invece superata l’idea che andare dallo psicologo sia qualcosa di negativo, da nascondere: oggi il 76% degli intervistati è convinto che non sia qualcosa da tenere nascosto, tanto che ai primi di settembre, erano già arrivate all’Inps oltre 210mila richieste per il Bonus Psicologo.