Si chiamerà “Confindustria Veneto Est”, accompagnata dalla dicitura “Area Metropolitana Venezia Padova Rovigo Treviso”, il nome dell’aggregazione tra Assindustria Venetocentro-Imprenditori Padova Treviso e Confindustria Venezia-Area Metropolitana di Venezia e Rovigo. La denominazione è uscita da un sondaggio online condotto fra il 20 e il 30 settembre fra gli associati di Confindustria delle province di Treviso, Padova, Venezia e Rovigo cui hanno partecipato 1.929 imprenditori. Il logo e la denominazione sono stati scelti dal 69,7% degli industriali interpellati.
Il Piano di integrazione era stato approvato all’unanimità dai Consigli Generali lo scorso 13 settembre dopo aver consultato gli associati. La nuova denominazione e il logo, insieme ad Atto di integrazione e Statuto, dovranno essere approvati dalle Assemblee Generali degli Associati in seduta congiunta il 28 novembre prossimo alla Fiera di Padova per deliberare la nascita del nuovo soggetto associativo. Un atto importante, che rivela che nella regione esistono due distinte aree geografiche e economiche con relativi interessi ed esigenze: quella orientale e quella occidentale, che fa capo a Verona e Vicenza.
Gli industriali del Veneto orientale, dando vita a questa nuova entità associativa, sono i primi a dare una forma ufficiale al triangolo Padova-Venezia-Treviso (Pa-Tre-Ve) . Quel triangolo coi lati di poco più di una trentina cdi chilometri ai cui vertici ci sono i capoluoghi delle tre province del Veneto orientale. Nell’aggregazione c’è anche Rovigo, ma è in una posizione gregaria.
Finora se n’era parlato solo a riguardo degli equilibri regionali, a proposito della concentrazione di potere che negli ultimi trent’anni era andata sedimentandosi in quell’area. Adesso il triangolo non è più solo un’immagine utilizzata per indicare due pezzi di Veneto, ma una realtà confindustriale, ovvero economica. Tutto legittimo, ci mancherebbe! Niente di strano che realtà omogenee trovino forme di associazione e di collaborazione. Tanto più se ciò ha fondamento nella vita di tutti i giorni, nelle esigenze produttive, nei rapporti amministrativi, nelle infrastrutture, nell’informazione. E’ più che giusto.
Chissà che cosa ne pensano a Verona, dove invece i colleghi confindustriali, anziché fare gli interessi del loro territorio, continuano a sostenere il controllo di un’infrastruttura essenziale come l’Aeroporto Catullo da parte della veneziana Save, che appartiene appunto a quel triangolo che ha deciso di distinguersi e persegue fini differenti, se non opposti, a quelli del territorio veronese e vicentino?