(Di Gianni Schicchi) Con un concerto dal titolo “Back to Bach” si apre venerdì sera al Teatro Ristori (ore 20), la XXIII stagione concertistica de I Virtuosi Italiani. Ne sarà protagonista il jazzista Paolo Fresu che condurrà i presenti in un viaggio fantastico con il suo flicorno e la sua tromba, insieme all’orchestra veronese. Si tratta di un progetto, senz’altro ambizioso e intrigante, nato dall’incontro tra il celebre solista e il direttore de I Virtuosi, Alberto Martini. Il conseguente desiderio che ne è scaturito, era quello di entrare in maniera più approfondita nei rispettivi repertori e linguaggi musicali. Il programma, proposto questa sera, vuole accostare il repertorio e lo spirito della musica barocca al jazz e all’improvvisazione.
I protagonisti hanno inteso scandagliare le affinità tra approccio ritmico e armonico della musica barocca e quello tipico del jazz, affrontando il discorso in modo dinamico, accostando composizioni di Monteverdi, Bach, Händel e altri, a quelle di Uri Caine, Richard Galliano, Daniele di Bonaventura e dello stesso Fresu. Nel programma di questa sera, troveranno quindi posto non solo composizioni d’epoca, ma anche composizioni espressamente realizzate da musicisti e compositori viventi con lo spirito “barocco” dell’improvvisazione, che daranno vita a uno spettacolo intenso e vario in cui classici e contemporanei si intersecheranno in un affascinante e coinvolgente equilibrio.
Dentro al suono della tromba di Paolo Fresu c’è la linfa che ha dato lustro alla nouvelle vague del jazz europeo, la profondità di un pensiero non solo musicale, la generosità che lo vuole “naturalmente” nel posto giusto al momento giusto ma, soprattutto, l’enorme e inesauribile passione che lo sorregge da sempre. Il presente del musicista sardo è – come al solito – turbinoso, degno dell’artista onnivoro e creativo che tutti riconoscono in lui. Oggi è composto dal suo storico Quintetto (prossimo a festeggiare i quarant’anni di piena collaborazione), ma è anche quello del Quartetto “Devil”, che riscatta a pieno merito i successi del celebrato “Angel” che impose Fresu all’attenzione europea qualche lustro fa, oppure del suo nuovo Trio con due giovani leoni del jazz contemporaneo nazionale come Dino Rubino e Marco Bardoscia.
Crescono poi le importanti realtà contemporanee promosse da Fresu. Alcune di queste sono il duo con Uri Caine, la collaborazione con Carla Bley (e Steve Swallow) e il fortunato incontro con Ralph Towner che ha fatto da ponte all’ingresso del nome di Fresu nell’entourage della celebrata etichetta ECM, nonché il bellissimo lavoro “Mistico Mediterraneo” con il bandoneista Daniele Di Bonaventura e il coro polifonico corso A Filetta.
Fresu è oggi attivo in ottica più esterofila, dal trio con Richard Galliano e il pianista svedese Jan Lundgren (“Mare Nostrum”) e in diverse nuove avventure con importanti nomi dell’entourage jazzistico contemporaneo, da Omar Sosa, a Trilok Gurtu, Gianluca Petrella, Lars Danielsson, Eivind Aarset, Chano Dominguez, Oren Marshall, Arild Andersen.
Interessanti sono poi i suoi progetti con alcuni grandi nomi del mondo letterario e teatrale italiano (Ascanio Celestini, Lella Costa, Stefano Benni, Alessandro Bergonzoni, Giuseppe Battiston), la frequentazione del mondo teatrale stesso, quale primo interprete grazie ai lavori prodotti dal Teatro Stabile di Bolzano fra cui il grande successo della pièce “Tempo di Chet” oltre, infine, a una nuova serie di piccole ma importanti collaborazioni con la musica “intelligente” delle frange popolari italiane, oppure dell’elettronica.