L’Amministrazione comunale dà voce ai rifugiati della Bielorussia, in fuga dal regime dittatoriale del Presidente Aleksandr Lukashenko. Rifugiati politici, madri con bambini, donne sole, ospiti in Italia attraverso diversi progetti accoglienza e in attesa di poter tornare nel loro Paese. Oggi il presidente del Consiglio comunale Stefano Vallani ha ricevuto in municipio una delegazione di cittadini bielorussi per supportare l’iniziativa ‘Riabilitazione delle famiglie dei prigionieri politici bielorussi” che a Verona trova il sostegno della Cisl provinciale. Ad accompagnare la delegazione, il segretario della Cisl scaligera Giampaolo Veghini.
Toccanti le testimonianze raccolte in sala Arazzi. Prima l’attivista di Supolka Yuliya Yukhno, che da due anni promuove progetti di accoglienza per i propri connazionali, poi Kristina, madre di 6 figli e reduce da un campo profughi, quindi Vadim, rifugiato politico incarcerato più volte per aver appoggiato la candidatura di un nuovo presidente.
“L’amministrazione vuole dare voce e spazio ad un tema molto importante che riguarda i rifugiati dalla Bielorussia e, in particolare, i bambini e le donne che oggi si trovano nel nostro Paese – ha detto il presidente Vallani -. Appoggiamo quindi l’iniziativa promossa da Cisl Verona quale segno di apertura e accoglienza nei confronti delle popolazioni che stanno vivendo il dramma della guerra o in regimi dittatoriali. Le testimonianze raccolte oggi sono davvero toccanti ma importanti per riaffermare la volontà di dare tutto l’aiuto possibile”.
“Libertà e solidarietà sono i fondamenti della Cisl – ha aggiunto il segretario Veghini-. A Verona, come in Veneto, ci siamo subito attivati per aiutare il popolo bielorusso fornendo la massima disponibilità, aprendo la sede per accoglierli e affrontare insieme le loro problematiche. Ora portiamo avanti questo progetto confidando nella sensibilità dei cittadini”.
Il progetto prevede una raccolta fondi per accogliere per un mese, in strutture adeguate, bambini fuggiti dalla Bielorussia, accompagnati da un genitore o affidatario. Secondo i dati ufficiali, i prigionieri politici in Bielorussia sono più di 1.280, ma fonti non ufficiali parlano di cifre più elevate. Al momento, il maggior numero di rifugiati con bambini si trova in Polonia e Lituania e la maggior parte ha problemi con i documenti e il lavoro, oltre a subire discriminazioni a causa della guerra in Ucraina visto l’appoggio del presidente bielorusso alla Russia di Putin. L’iniziativa mira a raccogliere le spese del progetto che prevede l’organizzazione del viaggio in Italia da Polonia e Lituania, l’accoglienza nelle strutture con vitto e alloggio, la realizzazione di iniziative ricreative nel periodo di permanenza ed eventuale assistenza psicologica.
Si può donare tramite bonifico sul conto bancario di Iscos Toscana (IT60Y0103002800000003892831) con oggetto: “Per il progetto dei bambini bielorussi”.