Fondazione Cariverona ha scelto i vincitori del bando Habitat 2022, e ha assegnato i contributi a 13 progetti attivi sui cinque territori sui quali è operativa, impegnando tutti i 4,5 milioni disponibili. Tre i progetti sostenuti nel Veronese e destinati al Comune di Peschiera del Garda, alla Cooperativa sociale Il Ponte e all’Università di Verona. “Investiamo in progetti che diano risposte concrete a domande sociali che non sono più dilazionabili”, spiega il presidente Mazzucco. “Dobbiamo intervenire adesso, subito, a protezione del clima, dell’ambiente e delle risorse naturali, perché è evidente che il pianeta sta perdendo la capacità di resilienza”.
Il risultato, in termini di partecipazione, ha registrato una richiesta complessiva di circa 7,4 milioni. A Verona sono andati 860 mila euro, pari al 19% dell’investimento, mentre la parte principale è andata ai quattro progetti di Vicenza con 1,4 milioni. A seguire Belluno e Ancona con due progetti per 740 mila euro a testa e un progetto sovra-territoriale per 370 mila euro. I piani selezionati dispongono di precisi dettagli operativi e un approccio che valorizza il contesto di riferimento.
“La protezione e cura dell’ambiente, come la valorizzazione dei territori, è al centro del nostro programma di interventi per il triennio 2020-2022”, conferma Mazzucco, “e testimonia un’urgenza che viviamo periodicamente in modo drammatico nei territori in cui operiamo, come dimostrano i recenti fenomeni distruttivi e incontrollabili che hanno colpito il territorio marchigiano. Valorizziamo quindi la precedente esperienza con questa seconda edizione del Bando Habitat investendo in progetti che diano risposte concrete a questioni urgenti. Occorre fare squadra, collaborando per mettere sul tavolo soluzioni sostenibili, consapevoli dell’attualità e necessità di agire con politiche di lungo periodo nell’impegno contro il l’emergenza climatica”.
Con il Bando Habitat 2022 la Fondazione sostiene programmi territoriali pluriennali connotati da interventi innovativi dal forte taglio applicativo, capaci di contribuire concretamente a impatti positivi sul territorio, attivando partnership, cooperazioni e ampie sinergie. Le idee progettuali sostenute interesseranno diverse aree di intervento: l’adattamento al cambiamento climatico, con particolare attenzione alle azioni di contenimento/mitigazione dei gas ambientali; il contrasto alla progressiva perdita di biodiversità e mantenimento di ecosistemi a elevato grado di naturalità; il recupero, risparmio e migliore gestione delle risorse naturali con particolare riferimento a quella idrica; la valorizzazione di territori marginali e periferici con l’obiettivo di cura/tutela del patrimonio naturale locale e di sviluppo di sistemi produttivi sostenibili anche a contrasto del progressivo spopolamento e abbandono.
Al Comune di Peschiera del Garda è andato un contributo di 240 mila euro per la realizzazione del progetto “Parco ittiogenico di Peschiera del Garda”, che prevede di realizzare una realtà sperimentale localizzata principalmente all’interno dei canali che lambiscono le mura magistrali di Peschiera del Garda. Nasce dalla valutazione della riduzione delle specie ittiche presenti nel Lago di Garda, in particolare dell’Alborella, una specie alla base della catena trofica di sostentamento del Lago. Verranno recuperati e realizzati dei canneti (anche questi ridotti oramai ai minimi termini) che costituiscono un ecotono di fondamentale importanza ecologica, in grado di ospitare fino al 90% della biodiversità del lago.
All’interno del Museo della Pesca e delle Tradizioni Lacustri di Peschiera del Garda verrà allestita un’area dedicata al progetto, per apprezzarne i contenuti e i risultati nelle tappe evolutive dell’iniziativa. È previsto il coinvolgimento delle scuole primarie e secondarie del Comune per l’individuazione di un logo di progetto e una serie di azioni che coinvolgeranno la comunità per sensibilizzare sulla biodiversità locale. Il progetto ripropone l’iniziativa candidata nel bando 2020 ma con esito negativo perché comprendeva la ristrutturazione immobiliare (che riguardava uno stabilimento ittiogenico dove effettuare la parte di ricerca e di riproduzione della fauna ittica). Opere che rimangono incluse nella progettualità complessiva ma non sono oggetto della candidatura.
Alla Cooperativa sociale Il Ponte di Verona) e altri soggetti va il contributo di € 240 mila euro per la realizzazione del progetto “SC.RI.G.N.O. SCommettere sulle RIsorse naturali per Generare Nuove Opportunità”. Il progetto vuole “rianimare” i nove Comuni dell’Unione Montana del Baldo Garda mediante il riallestimento del Museo dell’Orto in un’ottica esperienziale ed immersiva, la riqualificazione dell’Orto Botanico con un nuovo impianto di irrigazione e con nuove attrezzature, dell’Osservatorio Astronomico con un nuovo telescopio, del Baito Novezza e della strada d’accesso.
Vi saranno percorsi di formazione e informazione per gli imprenditori e gli amministratori locali, e si punta a incentivare uno sviluppo economico sostenibile che sfrutti le potenzialità dell’area e valorizzi la produzione di beni e di servizi locali. Con laboratori esperienziali e ludici per bambini, sei summer school residenziali (10-14 anni), due settimane di project work per i più grandi (volte a costruire strumenti digitali per il Parco) e tre eventi di contaminazione tra giovani e cittadini, il progetto intende diffondere la consapevolezza del valore del patrimonio naturalistico e le opportunità che esso offre.
Infine all’Università di Verona va un contributo di 380 mila euro per la realizzazione del progetto “Produzione di fertilizzanti e biostimolanti algali da digestati zootecnici per un sistema agricolo con ridotto impatto ambientale”. Il piano prevede lo sviluppo di un modello di gestione più sostenibile delle imprese agricole, considerato che la dispersione nell’ambiente di fertilizzanti è tra le principali cause di inquinamento dell’aria, del suolo e dell’acqua e ha un impatto negativo sulla biodiversità, sugli habitat e sul clima. Si propone di valutare la possibilità di recuperare nutrienti (azoto e fosforo) per produrre fertilizzanti rinnovabili, attraverso processi di digestione anaerobica di digestati di origine agro-zootecnica.
Saranno realizzati impianti pilota per la coltivazione di microalghe tramite il recupero di CO2, studiati gli effetti dei fertilizzanti e biostimolanti ottenuti sulla crescita delle piante e valutate le relative riduzioni della carbon footprint e del carico di azoto e fosforo nei corpi idrici. Attenzione anche all’impatto economico e a sociale mediante l’elaborazione di un business plan che identifichi le condizioni di sostenibilità economico/finanziaria delle attività, oltre agli impatti che esse produrranno. Sono infine previsti corsi di formazione per insegnanti e attività educative/esperienziali per gli studenti delle scuole primarie e secondarie di Verona, per promuovere la sensibilità ambientale nei bambini e nei ragazzi attraverso strumenti didattici adeguati.