(di Bulldog) Lo giuro, mi sarei arrabbiato di brutto anche l’avesse detto Orban nei confronti di un governo di sinistra in Italia. E quindi, senza timore di venir etichettato, vorrei dire alla ministra francese Laurence Boone di continuare a farsi i cazzi suoi, occupandosi dei problemi delle francesi e dei francesi, senza pensare a quello che succede a casa nostra. Dove, le e ci ricordo, i cittadini di religione ebraica non vengono aggrediti per strada oppure linciati anche dentro le proprie abitazioni; dove non c’è una “polizia islamica” che controlla il decoro delle ragazze e delle donne che attraversano determinate vie e piazze pubbliche; dove non ci sono i ghetti riservati ai nipotini dei pied-noir, ovvero gli ex collabò algerini dei governi di Parigi; dove i cittadini non sono costretti ad emigrare nell’altro lato del Mediterraneo per scappare da una nuova ondata di antisemitismo e dove i poliziotti non violentano col manganello i cittadini di colore fermati per controllo e dove il governo non impone a Stati sovrani, ex colonie, il vassallaggio di una falsa moneta. Perdonnez-moi: è questa la patria del diritto che ci dà lezioni?
Nelle giornate in cui i diritti delle donne, delle minoranze religiose e sessuali vengono quotidianamente aggrediti e violati, ad esempio, in Iran (a proposito, dov’era rifugiato quel prete che ha guidato la rivoluzione contro Raza Pahlevi? forse a Parigi? magari si era conquistato il vostro favore sostituendo i clienti USA con quelli francesi per il petrolio iraniano?) il governo francese per la seconda volta dal 25 settembre offende il voto di milioni di cittadini italiani. Un’intrusione bella e buona, immotivata, illegittima, una grave offesa al buon senso ed al diritto degli italiani di comandare a casa propria. Parigi, Bonn e Bruxelles non hanno alcun diritto di “controllare” Roma. Non siamo una loro colonia. Non siamo di serie B. Non ci avete trovato in un campo sotto a un cavolo. Roma è l’Europa. Senza Roma, semplicemente l’Europa non esisterebbe.
Cara ministro Boone, se vuole continuo coi casi di intolleranza e di negazione di diritti civili che avvengono nella sua civilissima Francia. Se volete parlare di diritto con l’Italia o dell’Italia dovete prima fare un po’ di pulizia a casa vostra. Parafrasando Richard Nixon: “Il premier italiano è un figlio di puttana? sì, ma è il nostro figlio di puttana”. E’ nostro, non vostro. Ce lo giudichiamo da soli. Un ministro francese non ci serve per questo. Non vi vogliamo fra i piedi. Fatevi i fatti vostri. Come noi ci facciamo i nostri. Da bravi cugini.
E non aprite l’armadio della storia, risparmiatevi altre figuracce. S’il vous plaît.