Cento anni fa, con la marcia su Roma, Benito Mussolini prese il potere in Italia. Ma non lo fece con la forza, o soltanto con essa, ma attraverso l’appeasement del Capo dello Stato, Vittorio Emanuele III, il Re del Piave, ma anche attraverso un voto di fiducia della Camera dove, però, i deputati fascisti erano minoranza, appena 35, ma ottennero i voti necessari da popolari e liberali. Oltre 200 voti in più. Questo per sottolineare che la storia del Ventennio, consegnata finalmente agli storici, presenta complessità che vanno ulteriormente studiate e analizzate.
Lo sostiene in questa intervista (questo il link al video) Ernesto Galli della Loggia, uno fra gli studiosi più noti in Italia, editorialista de Il Corriere della Sera che nei giorni scorsi è stato intervistato dal professor Sergio Noto del Dipartimento Scienze Economiche dell’Università di Verona, e da Francesca Briani, già assessore alla Cultura del Comune di Verona. In redazione, Marco Danieli. Dall’intervista emerge anche una vita politica repubblica che all’avvio del suo percorso si chiede come, una volta puniti i responsabili della dittatura, coinvolgere nella vita democratica anche i sostenitori del fascismo.