Novembre è il mese dedicato alla prevenzione delle malattie maschili. Per questo è stato coniato il termine “movember”, dalla crasi tra le parole “moustache” (baffi) e “november”. L’ospedale Magalini di Villafranca partecipa alla campagna di sensibilizzazione sulla salute maschile con una serie di iniziative.
Venerdì 25 novembre, dalle ore 15:00 alle 17:30, presso i poliambulatori dell’Ospedale Magalini sono in programma visite urologiche gratuite. I posti sono limitati, le prenotazioni apriranno al numero di telefono 045 6338143 da lunedì 21 a mercoledì 23 novembre, dalle ore 10:00 alle 12:00.
Martedì 22 novembre, i medici del Magalini incontreranno gli studenti dell’ISS Carlo Anti di Villafranca per parlare di prevenzione nel campo delle malattie sessualmente trasmesse e nel campo delle sostanze d’abuso.
Sabato 26 novembre, grazie alla collaborazione del Comune di Villafranca, il Castello Scaligero verrà illuminato di azzurro per ricordare l’importanza della prevenzione nel contrasto alle malattie maschili.
«Il tumore alla prostata – spiega il Dr. Giuseppe Pecoraro, direttore dell’UOC di Urologia del Magalini – non manifesta sintomi specifici, quindi in molti non se ne preoccupano, pensando che se non si hanno fastidi il problema non ci sia. La prevenzione in questo caso deve andare al di là del disturbo ed essere fatta a prescindere. La prima visita è utile per individuare i pazienti a rischio di sviluppare un tumore della prostata. I controlli nei soggetti a rischio, ossia con familiarità di questo tipo di neoplasia, andrebbero effettuati a partire dai 40 anni, con cadenza annuale o semestrale. Nei soggetti non a rischio, invece, si può partire intorno ai 50 anni, ripetendo il controllo in rapporto alla visita e all’Antigene prostatico specifico – PSA».
Per comprendere l’importanza della prevenzione in questo campo, basti dire che nel 2020 il tumore alla prostata ha interessato in Italia circa 36mila persone, pari a circa il 20% del totale dei tumori maschili. I fattori determinanti nella predisposizione allo sviluppo della malattia sono due: da un lato la familiarità, ovvero l’incidenza tra i parenti prossimi di primo grado, dall’altro lo stile di vita. Quest’ultimo è centrale per capire come mai il tumore alla prostata sia fondamentalmente una “malattia occidentale” legata all’adozione di una dieta poco sana, ricca di grassi e povera di verdure, che inevitabilmente conduce all’obesità.
La prevenzione aiuta la guarigione. Lo dicono i dati: a dispetto dell’alta incidenza, il tasso di mortalità del tumore alla prostata in Italia si sta progressivamente abbassando: dal 2015 al 2020 si è ridotto del 15,6%, permettendo al 92% delle persone colpite di sopravvivere a 5 anni dalla diagnosi.