(di Stefano Tenedini) Confindustria chiama tutta Verona a ripartire insieme dall’obiettivo 2040, e trasforma il progetto di sviluppo territoriale promosso quasi due anni fa insieme ad Ance in una visione di sviluppo per le potenzialità del territorio che richiama alla responsabilità tutti gli stakeholder. Lo ha fatto in assemblea per voce del suo presidente Raffaele Boscaini, che ha raccolto il testimone di Michele Bauli con due obiettivi: valorizzare i punti di forza e identificare i progetti che, se realizzati, darebbero un forte slancio a un’area che si colloca già tra le più avanzate del Paese.
La ricerca del 2021 aveva già messo in evidenza gli elementi tipici con indici di competitività monitorabili come fattori di ulteriore miglioramento. Ora si tratta di passare dal pensiero all’azione per supportare lo sviluppo di manifattura, attrattività per imprese (siamo secondi solo a Milano per presenza di multinazionali) e persone, crocevia di scambi di merci (secondo interporto europeo) e competenze disponibili. L’assemblea 2022 ha scelto andare oltre una semplice presa di coscienza per riflettere e stimolare le idee per costruire una visione. Di qui il titolo “Costruire intorno a un pensiero”, non in astratto ma tenendo conto dei trend che la società e il contesto economico ci propongono: a partire dalla evoluzione/rivoluzione costantemente in corso nella della tecnologia e nell’innovazione.
Il suggestivo video di apertura ha mostrato la Verona del Novecento, quasi a simboleggiare la visione che costruisce il futuro. Nel secolo scorso infatti abbiamo saputo allineare visione e progetti grazie a intuizioni illuminate. Adesso è una responsabilità di tutti rilanciare una nuova esperienza che metta insieme il pensare e il fare. Su questa linea il conduttore Matteo Caccia, autore e conduttore di Radio24, ha introdotto i lavori con un racconto costruito sulle immagini. E subito ha dopo chiamato sul palco Raffaele Boscaini per entrare nei dettagli.
Il presidente di Confindustria Verona ha ripreso la sua visione di una città fiorita grazie alla bellezza e alle competenze, fattori chiave della sua attrattività. E ha descritto un progetto dalle due anime, una basata sulle analisi, la fotografia del territorio, e l’altra che raccoglie le molte iniziative nate per ricominciare a crescere, ma nonostante tutto mai davvero decollate. “Bisogna pensare insieme: da soli porta a sognare, insieme diventa costruire”, ha detto. Un pensiero filosofico? “Sì, ma non troppo. Pensare è nel Dna di un’associazione, ma in quello degli imprenditori c’è il fare”.
“Adesso tocca a noi. Dal passato cogliamo una lezione: le cose fatte bene si trasformano in una realtà duratura. Ora quell’impegno spetta alla nostra generazione: ci impegniamo ad avere una visione coerente con le azioni che intraprenderemo per lasciare un’eredità, non solo per consumare quella del passato. Vedremo cosa è più adatto alla città e poi avanzeremo le nostre idee e proposte”, ha continuato Boscaini, passando poi ad aggiornare i dati sulla situazione di Verona nelle classifiche. Non solo quelle economiche, ma anche come si vive in città, chi ci vive, chi sceglie Verona per abitare e per lavorare. E ha definito rassicuranti i risultati di questi anni, visto che la competitività migliora in tutti i campi. Vediamoli.
L’indice sintetico di competitività ci ha visti salire dalla 13a posizione all’ottava. Crescita demografica altrettanto positiva, dal 18° all’ottavo posto. Ancora più favorevoli le rilevazioni sui giovani. Siamo undicesimi in Italia per laureati e prima provincia per minor numero di NEET, i ragazzi tra 15 e 29 anni che non lavorano né sono inseriti in percorsi di istruzione o formazione. Il tasso di disoccupazione è al 4,8%, migliore del resto del Paese. Solo di poco superiore quello giovanile, al 5,1%. Per quanto riguarda l’indice calibrato sulle vari componenti del Livello di sviluppo economico, siamo al settimo posto tra le province italiane e primi in Veneto. Per le capacità innovative siamo balzati dal 39° al settimo, e per welfare e qualità della vita dal 34° al 18°.
Rispetto alle analisi per #Verona2040, è un netto miglioramento che ha richiesto solo due anni, per giunta tra crisi economica, coda della pandemia e guerra in Ucraina. Al di là dei numeri Verona cresce e si conferma uno dei luoghi migliori dove fare impresa e innovazione. Migliorano anche la qualità della vita e il fortissimo asset del turismo è tornato a trainare l’economia. Ragione in più per collaborare tutti insieme: “Per lo sviluppo del territorio credo fortemente nella collaborazione tra pubblico e privato, perché cittadini e aziende possono contribuire al benessere della comunità con il loro lavoro, facendo impresa ma anche con le proprie idee”, ha aggiunto il presidente di Confindustria Verona.
Molte risorse possono essere attivate per spingere una ripresa ad ampio spettro: come la mobilità sostenibile per contribuire a ridurre il traffico e i tragitti delle persone, magari con nuove modalità per fare la spesa. “Abbiamo pensato di proporre alle aziende di installare dei locker, armadi intelligenti dove i dipendenti possano farsi recapitare la spesa. Sempre a proposito di spesa, siamo al fianco delle molte imprese che combattono contro lo spreco alimentare insieme al Banco Alimentare. Non trascuriamo nemmeno“, aggiunge, “l’importanza di far incontrare domanda e offerta di lavoro, perché è un problema trovare risorse. Ad esempio la bassa partecipazione delle donne al mercato del lavoro è una criticità, anche perché ci sono pochi servizi per l’infanzia, che potrebbero favorire il lavoro femminile. E i dati positivi non ci fanno dimenticare che Verona ha molti punti da migliorare su cui possiamo concentrare gli sforzi”.
La visione di Verona secondo Boscaini è questa: “Credo abbia i titoli e la capacità di coniugare bellezza e competenze. La prima è indiscutibile ma bisogna mantenerla, perché non deve vivere solo nel passato ma anche nella contemporaneità. Il futuro però sta nella competenza. E la considero una visione condivisibile da tutti, non solo dagli imprenditori”.
Non possiamo però nasconderci che i problemi sono tanti e pressanti, anche se le soluzioni sono sul tavolo del governo italiano e dell’Europa. Boscaini ne è consapevole, ma rilancia: “Così come la ripresa durante e dopo la pandemia è stata un miracolo, è proprio in questa dimensione europea che possiamo valorizzare le nostre chance. Il Made in Italy è il nostro biglietto da visita: siamo piccoli, solo lo 0,73% della popolazione mondiale, ma produciamo il 2,3% del Pil del pianeta”. E la sua conclusione (nel lasciare lo spazio agli interventi e al presidente nazionale Bonomi, a questo link) è univoca: “Ci sono proposte che non possono più rimanere inascoltate. Se devo indicare una direzione da seguire, per me è una via che parte dal pensiero e sa intercettare un cambiamento del quale dobbiamo tutti essere protagonisti”.