(s.t.) Dopo l’intervista incentrata di Verona2040 (a questo link la cronaca dettagliata de L’Adige) il presidente di Confindustria Verona Raffaele Boscaini ha ceduto il palco agli interventi di Mariarosaria Taddeo, di Carlo Ratti, del presidente della Regione Veneto Luca Zaia e infine alla conclusione del presidente nazionale di Confindustria Carlo Bonomi.

Docente e ricercatrice all’Università di Oxford ed esperta per la Difesa, la sicurezza, tecnologia ed etica, Mariarosaria Taddeo si occupa di intelligenza artificiale, etica della cybersecurity e digitale, filosofia dell’informazione e della tecnologia, gestione dei dati e dei conflitti digitali. Il suo intervento è stato incentrato su come l’uomo debba dominare la tecnologia tra etica e digitalizzazione. Il digitale, ha esordito, cambia le cose ma anche il modo in cui le facciamo, arriva già ora a indicarci come riprogettare le fabbriche per i nuovi modelli di produzione. Permette il redesign dell’ambiente, delle interazioni con le macchine e della nostra comprensione.

Interessante anche capire perché la digitalizzazione presenta rischi e opportunità. I primi sono importanti perché vanno conosciuti per poter essere evitati, mentre per poter progredire vanno colte le seconde. L’Intelligenza Artificiale è un modo che la tecnologia ci offre per raccogliere sfide complesse. Quando il digitale diventa invece un problema? Sicuramente in relazione al digital divide, cioè il divario che si apre tra chi ha accesso ai dati in rete e chi ne é privo. Questa esclusione ha ripercussioni sia socio-economiche che culturali, ed è sia territoriale che dimensionale: le piccole imprese fanno tre volte più tre volte più fatica a diventare digitali rispetto alle grandi aziende. Comunque la tecnologia non è mai un inciampo per la conoscenza. Al contrario ci è di aiuto, a patto di possedere consapevolezza dei rischi che comporta e di saperla governare. Quando si parla di digitale occorre, spiega Taddeo, bisogna mantenere un atteggiamento di apertura e grande versatilità: dobbiamo avere, in altre parole, il coraggio di affrontare i rischi ma anche di saper cogliere le opportunità.

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Mariarosaria Taddeo durante il suo intervento sul digitale
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Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi. In alto, Luca Zaia

Aperto allo sviluppo futuro degli ambienti umani, e nello specifico di quegli organismi mutevoli e complessi che sono le città, l’intervento di Carlo Ratti, architetto e ingegnere che guida il Senseable City Lab e insegna al MIT di Boston. Fondatore di uno studio di design e di innovazione, ha dedicato il suo intervento alle visioni di città future e alle loro linee di sviluppo.

Il suo suggerimento è in sintesi di ripensare e trasformare le città considerandole e trattandole come se fossero un organismo vivente, cosa che nei fatti rappresenta la realtà. Significa riportare a un progetto unico il mondo naturale e il mondo artificiale. La città ideale di domani, secondo Ratti, è quel caleidoscopio di attività e iniziative che prende il meglio che si sta facendo nelle città in Italia e nel mondo relativamente a questo tema. “Dobbiamo lavorare su due poli: artificiale e naturale”, ha spiegato. “La sfida del prossimo secolo sarà portare la natura nelle città e fare delle città un luogo in cui coabitino la tecnologie e la società. E la città del domani guarderà a questi due poli per trovare una conciliazione”.

Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia è partito dall’attualità e dal territorio. Primo tema, il progetto di insediamento della multinazionale Intel nel Veronese, a Vigasio. “La nostra candidatura è prioritaria, ci stiamo lavorando da più di un anno con Draghi e oggi il governo è sul pezzo. Siamo in una fase cruciale, si tratta di un intervento che vale almeno 10 miliardi e porterebbe 3500 nuovi posti di lavoro”, ha detto. Intel ma non solo: Zaia ha citato Verona come un gioiello del Veneto sul piano economico, e ha fatto riferimento alla formazione professionale per venire incontro ai bisogni delle imprese di personale qualificato.

E i cervelli in fuga? “Bisogna incentivare l’esperienza dei giovani all’estero, ma anche fare in modo che questa sia una loro scelta e non una necessità”, ha chiarito. “Chiediamoci se chi compone questo flusso in uscita cerchi offerte professionali che qui non sono disponibili, o particolari specializzazioni, oppure perché qui non si riesce a collegare domanda e offerta. Così sapremo come investire per trasformare il mondo del lavoro”. Un passaggio in conclusione Zaia lo ha dedicato alle risorse energetiche toccando il tasto del gas in Adriatico e sulla sua perplessità a trivellare in mare. “L’energia è una risorsa chiave ma bisogna valutare quanto siano rilevanti i giacimenti davanti alle coste venete. Sappiamo che l’estrazione coprirebbe il il 5% circa del fabbisogno nazionale, e questo dato va misurato con attenzione rispetto ai potenziali rischi ambientali che correrebbero l’ambiente e il delicato equilibrio turistico”.

Diretto e incalzante come nel suo stile, il presidente nazionale di Confindustria Carlo Bonomi ha esordito con una richiesta molto netta per far ripartire il Paese: tagliare le tasse sul lavoro. “È l’unico modo per mettere in tasca qualche soldo agli italiani, una mensilità in più all’anno per tutta la loro vita professionale”, ha sottolineato. “Dicono che non ci sono le risorse, ma invece ci sono: per liberarle basterebbe riconfigurare dal 3 al 5% della spesa pubblica. Lo Stato dica se non è in grado di spostare queste risorse, perché se noi imprenditori ragionassimo così dovremmo mandarci a casa da soli”.

Dove si possono trovare quindi i fondi necessari? Bonomi non ha dubbi. “Ci sono migliaia di aziende partecipate in perdita, bisognerebbe cominciare da lì: e invece”, ha attaccato, “qui si parla sempre e solo di pensioni. Mancano i profili professionali necessari, non si impiegano abbastanza donne, lavora solo il 37% degli italiani, e invece sembra che l’unico argomento siano quota 102 e i prepensionamenti. Se invece di tagliare le tasse sul lavoro si riverseranno ancora soldi su questo capitolo di spesa, richiameremo il governo alle sue responsabilità di scelta. Inaccettabile che il dibattito politico sia come trovare lavoro nel pubblico impiego ai navigator, che dovevano trovare un lavoro a chi non ce l’aveva”.

Secondo il presidente di Confindustria ci vogliono provvedimenti mirati, ben scritti e ben spiegati. “Occorre un’intesa tra i partiti e la società civile per garantire ai giovani le capacità necessarie al Paese. Fate presto ma fate bene”, ha aggiunto, “e lavorare insieme a un patto ventennale pubblico-privato sull’educazione, per costruire le competenze, dare continuità alla formazione e affrontare le sfide che abbiamo tutti di fronte. E alle istituzioni dico: fidatevi delle aziende del vostro territorio. Facciamo una scommessa: usciremo dalle crisi come abbiamo sempre fatto. Niente è impossibile, e Verona lo dimostra, essendo passata in due generazioni da un’economia di microimprese alle multinazionali”. Cita Guido Gonella che nel 1948 vedeva lontano, forte della sua passione politica, e propone di tornare a quello spirito. “Siate una forza che non si arrende mai: gli imprenditori lo hanno dimostrato in pandemia, e Verona può tornare a essere un territorio di crescita e di trasformazione”.