Riceviamo dall’ex presidente di Agsm Daniele Finocchiaro e volentieri pubblichiamo:
“Gentili Signori, leggo il mio nome associato – qui il nostro articolo – ad altri presidenti Agsm sfiduciati. Pur avendo sempre mantenuto un rispettoso distacco dalle vicende di Agsm, mi preme ricordare che ho dato le dimissioni dalla presidenza per l’assenza di una visione politica sul futuro di una grande realtà industriale veronese. Non ho mai proposto una fusione con A2A, ma un’alleanza con un partner industriale. A beneficio di tutti riporto la lettera di dimissioni pubblica inviata (al sindaco di Verona, Federico Sboarina. ndr). A distanza di tempo mi sembra ancora attuale.
“…ho potuto verificare come, con poche eccezioni, non ci sia la volontà di promuovere un vero sviluppo industriale necessario alla sostenibilità del Gruppo, quanto piuttosto di mantenere lo status quo e le attuali inefficienze, con ingerenze e rendite di posizione che hanno condotto all’immobilismo di questi ultimi quindici anni. AGSM deve competere sul mercato. Oggi sul tavolo delle opzioni c’è la possibilità di realizzare un importante soggetto industriale del Triveneto: AGSM con AIM più il partner industriale che emergerà dal confronto competitivo delle tre offerte raccolte dal mercato. Nel frattempo, con il progetto di fusione tra AGSM e AIM è stata realizzata una tappa storica ma intermedia, non ancora sufficiente a garantire il futuro delle due aziende. E’ giunto il momento che la politica faccia la Politica e prenda una direzione chiara senza trincerarsi dietro slogan e aspetti procedurali ma dando invece un chiaro orientamento, una chiara visione sul futuro di questa importante realtà del territorio. Il mio ruolo tecnico può quindi considerarsi esaurito e quella politica che ha spesso recriminato il controllo sul “gioiello” di famiglia potrà e dovrà assumersi la responsabilità delle scelte. Per tutte queste considerazioni che abbiamo più volte condiviso nelle ultime settimane, Ti prego quindi di voler accettare con effetto immediato le mie dimissioni da Presidente di AGSM Verona SpA”.
Il presidente in chiusura della sua lettera di dimissioni aveva aggiunto alcune considerazioni particolarmente rilevanti e ancora attuali: “A mio modesto parere sarebbe un delitto lasciare il Gruppo AGSM nella situazione attuale e non dotarlo degli strumenti per poter competere. Per lo stesso territorio di Verona sarebbe uno stimolo anticiclico, un’occasione unica per potersi rialzare dopo l’emergenza pandemica. Un volano importantissimo per l’intera economia e per le casse dell’Amministrazione oltre che una garanzia di sviluppo occupazionale. Hai avuto molto coraggio nel rompere gli schemi chiamandomi alla guida di questa importante realtà e ti ringrazio anche per il rispetto che hai avuto del mio ruolo tecnico. Questa esperienza mi ha molto arricchito ben più di quanto pensassi. Ho però provato direttamente sulla mia pelle che le diffide, gli esposti, le intimidazioni più o meno velate, le lettere anonime non possono che allontanare la società civile a dare un contributo nella gestione della cosa pubblica“.