L’economia veronese si mantiene ancora resiliente: nonostante l’instabilità macroeconomica anche nel terzo trimestre 2022 la produzione cresce del 5,1% rispetto allo stesso periodo del 2021. Lo rileva la periodica indagine trimestrale elaborata da Confindustria Verona, che definisce “positive” le prospettive per gli ultimi tre mesi dell’anno. Gli imprenditori stimano infatti un ulteriore slancio per la produzione (+6,1%), sostenuto probabilmente dagli elevati ordinativi del terzo trimestre che verranno evasi in parte anche nell’ultimo periodo del 2022.

Anche le vendite sono positive, soprattutto per quanto riguarda l’export verso i Paesi europei, che registra un incremento a doppia cifra (+10,1%), seguito dalle vendite nel mercato nazionale (+9,4%) e dall’export extra-europeo (+6,6%). Prosegue però anche il rialzo dei prezzi delle materie prime, che a settembre registrano un incremento pari a +17,6%, riversato solo in parte sui prezzi dei prodotti finiti, che crescono anch’essi ma in misura contenuta, del +9,9%. Alla fine dell’anno sono attesi segnali di rallentamento per gli ordini, che segnano +2% per quelli da parte dei clienti italiani, mentre gli ordini da clientela estera segnalano un +2,5%.

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Fra gli altri dati rilevanti elaborati da Confindustria Verona si segnala una “soddisfacente o normale capacità produttiva” per l’89% delle imprese, con le vendite che aumentano o restano stabili per otto aziende su dieci e un portafoglio ordini stabile o in aumento per il 92% degli imprenditori. Bene l’occupazione: per il 95% delle aziende è in aumento o stabile. Equilibrata anche la situazione degli incassi: solo il 26% gli imprenditori che dichiarano un ritardo nei pagamenti. Prospettive in miglioramento per il fatturato: l’86% delle aziende prevede aumenti nel prossimo trimestre. Fatturato in crescita anche per il 76% delle imprese di servizi, che vedono migliorare la performance rispetto alla precedente rilevazione (67%), complice anche il boom turistico nella nostra provincia durante il periodo estivo.

“Continua il trend positivo della produzione delle nostre imprese, che dovrebbero chiudere il 2022 con un altro segno positivo, l’export va forte e gli ordini rallentano ma non frenano. Le incertezze tuttavia si colgono soprattutto nelle rilevazioni sulla fiducia, che in una scala da 1 a 10 si è fermata al 4,6”. Raffaele Boscaini, presidente di Confindustria Verona, commenta i dati della trimestrale sottolineando che “se i numeri ci dimostrano tutta la forza della nostra economia, dall’altro gli imprenditori segnalano uno stato di incertezza, che ancora una volta viene però affrontata con gli investimenti che si mantengono in crescita per quasi otto aziende su dieci”.

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“Lo abbiamo già visto anche in altre situazioni: quando lo scenario si complica le imprese si attrezzano per far fronte all’emergenza. Non tirando i remi in barca, ma spingendo su sviluppo e innovazione. Ed ecco che di fronte all’instabilità le imprese hanno accorciato le filiere di fornitura, si sono riorganizzate, hanno trovato mercati alternativi alle proprie esportazioni, stanno setacciando i mercati delle materie prime e stanno sopportando costi che crescono oltre ogni ragionevole limite. Si stanno riconvertendo verso fonti energetiche alternative”.

Ma mai come in questo momento le imprese non possono e non potranno assorbire gli shock esterni senza un riassetto internazionale. Le nostre imprese sono forti e capaci e ben bilanciate sui vari settori”, conclude Boscaini. “Questo ci permette di reggere senza grandi scossoni ma diventano sempre più urgenti risposte che diano prospettive a medio termine. Agire sull’emergenza con provvedimenti di tamponamento non basta: occorre fare scelte strategiche in grado di invertire la rotta e riportare la fiducia”.