I 26 Centri antiviolenza, i 38 sportelli di contatto loro afferenti e le 28 Case Rifugio che compongono la Rete antiviolenza sulle donne del Veneto, nel 2021 hanno gestito 6.432 contatti, con 3.450 prese in carico (furono 3.110 nel 2020), pari a una donna presa in carico ogni 751 donne residenti (nel 2020 il valore era 789).
“Le cronache purtroppo oramai pressochè quotidiane, in Veneto come altrove – dice l’Assessore alla Sanità e Sociale, Manuela Lanzarin – fanno impressione e suscitano dolore e sdegno, ma non dobbiamo arrenderci all’ineluttabile e continuare una battaglia di civiltà nella quale, come Regione, abbiamo l’orgoglio di sentirci all’avanguardia. Dal 2013, con la legge regionale che riconobbe ogni forma di violenza sulle donne come una violazione dei diritti umani fondamentali e ne affermò la sua natura strutturale, in quanto basata sul genere, individuando in questo il principale ostacolo al raggiungimento della parità dei sessi, siamo passati in fretta dalla pur importante enunciazione di principio alle azioni concrete. Oggi contiamo su una Rete efficace di 92 strutture di aiuto presenti in tutte le province, tra Centri Antiviolenza, Sportelli, Case Rifugio; stiamo programmando un’azione forte sulla formazione del personale; partecipiamo ai due più importanti Progetti Europei in materia, come il Progetto “Destalk” (la violenza nel digitale si trasforma in violenza reale) e il Progetto “N.E.T. work is violence, nuove esperienze territoriali di lavoro contro la violenza. Un pacchetto di impegno che paga, perché le statistiche ci dicono che solo il 12% delle donne prese in carico dalle nostre strutture abbandona il percorso senza portarlo a termine. Non basta. Altro c’è da fare, e altro dobbiamo fare con l’azione programmatoria complessiva”.
Questi e molti altri dati significativi compongono l’ottavo Rapporto sugli “Interventi Regionali per Prevenire e Contrastare la Violenza Contro le Donne”, pubblicato oggi dalla Regione Veneto, alla vigilia della Giornata Mondiale per l’Eliminazione della Violenza contro le donne, fissata per domani. 25 novembre. Il Rapporto 2022 della Regione indica che, tra Centri Antiviolenza e Sportelli di Accesso, la fruibilità è di una struttura ogni 39.000 donne residenti.
I contatti attivati nel 2021 sono stati 6.432, 3.450 dei quali sono sfociati in prese in carico, pari a una presa in carico ogni 7501 donne residenti. Nel 2021 i nuovi casi di donne prese in carico sono stati 2.070: un contatto su tre si trasforma in presa in carico.
Le coorti di età più numerose risultano essere quelle comprese tra 31 e 40 anni e tra 41 e 50 anni. Diminuisce il numero delle donne italiane prese in carico (il 63% del totale rispetto al 67% dell’anno precedente). Quelle straniere risultano provenire da ben 80 Stati esteri.
Tra le donne oggetto di un tipo di violenza, le coniugate sono le più numerose e il 54% delle donne ha una relazione di unione-convivenza.
2.477 donne prese in carico hanno dei figli, e di queste, 1.671 hanno figli minorenni.
Le denunce alle Forze dell’Ordine sono state 1.250, in aumento rispetto alle 1.077 del 2020. In termini percentuali, su 3.450 donne prese in carico dai Centri Antiviolenza, il 36% ha denunciato l’aggressione (un punto in più che nel 2020). Il tipo di rapporto esistente tra la vittima e l’autore di violenza, riporta che i maschi che agiscono con violenza sono 3.381, pari al 98%. Si registrano anche 50 casi nei quali la violenza è attuata da donne.
La relazione con la vittima riporta che sono 1.763 i casi tra coniuge-partner convivente; 361 tra ex coniugi e ex partner conviventi; 215 tra coniuge e partner non convivente; 428 tra ex coniugi ed ex partner non convivente; 246 coinvolgono un parente convivente; 81 un parente non convivente; 258 una persona non parente ma conosciuta; 49 una persona sconosciuta; 6 casi sono classificati alla voce “altro”; per 55 non è stato possibile rilevare il dato attendibile.