Ai pensionati cominceranno ad arrivare giovedì prossimo, 1° dicembre, mentre i dipendenti pubblici e quelli privati le riscuoteranno entro le prossime tre o quattro settimane. Sono le attesissime tredicesime, su cui l’Ufficio studi della CGIA ha già fatto qualche conto: gli italiani riceveranno quest’anno in totale 46,9 miliardi, di cui però 11,4 verranno riassorbiti (ma i lettori possono utilizzare qualsiasi altro termine sembri più adeguato) dal fisco.
I destinatari di questa gratifica ammontano a 33,9 milioni di italiani: 16,1 i pensionati, 17,8 milioni i lavoratori dipendenti. In complesso i beneficiari, tra l’ammontare lordo e le ritenute Irpef destinate alle casse dell’erario, si ritroveranno in tasca 35,5 miliardi netti. Una volta era la busta paga più attesa, percepita come un “regalo” dei datori di lavoro, mentre adesso con ogni probabilità una buona parte di questa mensilità aggiuntiva evaporerà già nel mese di dicembre, spesa per pagare soprattutto le bollette di luce e gas, la rata del mutuo, il saldo dell’Imu della seconda abitazione e le numerose altre voci di spesa in aumento.
Resta l’auspicio che qualcosa del rimanente resti attaccato alle mani dei contribuenti e venga utilizzata per rilanciare i consumi natalizi, i regali, qualche pochi giorni di relax. Una voce che ha un’incidenza molto importante sul bilancio annuale di molti artigiani e di altrettanti piccoli commercianti. Quest’anno infatti sono previsti 9,5 miliardi di acquisti natalizi, è la stima della CGIA: la spesa prevista quest’anno nel periodo delle festività potrebbe toccare così almeno la stessa soglia registrata nel 2021, quando superò i 9 miliardi.
Niente a che vedere tuttavia con quanto spendevamo prima della grande crisi del 2008-2009, quando gli italiani per i regali natalizi facevano acquisti per 18-19 miliardi. La contrazione registrata in questi ultimi anni in parte è anche riferibile al fatto che molti anticipano a novembre l’acquisto dei regali, approfittando di occasioni come il “black friday”. Con meno acquisti, tuttavia, a pagare il conto sono stati soprattutto i negozi di vicinato, mentre gli outlet e, almeno in parte, la grande distribuzione organizzata sono riusciti ad ammortizzare il colpo.
La speranza è che anche grazie alle tredicesime nell’ultimo mese dell’anno si torni a spendere, per quanto con cautela ed equilibrio, ridando così fiato alla domanda interna che, purtroppo, appare destinata a contrarsi già a partire da inizio 2023. Ma quali saranno i regali più diffusi? La tendenza è che anche quest’anno i generi alimentari dovrebbero confermarsi la tipologia di regalo natalizio più gettonato dagli italiani: seguono i giocattoli, i prodotti tecnologici, i libri, l’abbigliamento e le calzature e gli articoli per la cura della persona. Non c’è alcun dubbio che i cosiddetti regali digitali subiranno una decisa impennata: inoltre sicuramente subiranno un ulteriore aumento potendo essere acquistati senza doversi recare presso i negozi fisici. In cima alla lista dei desideri in particolare gli abbonamenti a piattaforme streaming e buoni regalo per acquistare online.
A livello geografico la regione italiana che presenta il più alto numero di beneficiari della tredicesima mensilità è la Lombardia: tra lavoratori dipendenti e pensionati, le persone interessate saranno quasi 6,2 milioni. Seguono i 3,25 milioni di percettori presenti nel Lazio e i 2,98 milioni residenti in Veneto. Appena sotto il podio si collocano i 2,82 milioni di abitanti in Emilia Romagna e i 2,58 del Piemonte. La regione meno interessata, anche perché demograficamente la più piccola d’Italia, è la Valle d’Aosta. I valdostani che riceveranno questa gratifica saranno meno di 80 mila.
Nel quadro della tredicesima va sottolineato che per quanto riguarda i lavoratori dipendenti tutti i contratti nazionali prevedono, per legge, la tredicesima mensilità. Ma secondo i calcoli della CGIA sono tra i 7,5 e gli 8 milioni i lavoratori dipendenti del settore privato che beneficiano anche della quattordicesima: si tratta di poco più della metà del totale dei dipendenti privati. I principali contratti nazionali di lavoro prevedono questa mensilità aggiuntiva, che tradizionalmente viene erogata a luglio. Sono l’agricoltura, l’alimentare, l’autotrasporto, il commercio – turismo – ristorazione e il comparto pulizia – multiservizi.
La CGIA segnala infine che i dati riportati ed elaborati per questa analisi si riferiscono al 2021. Il totale dei pensionati (e quindi il totale dei percettori) non coincide con la somma delle singole aree e regioni, in quanto nella tabella non sono stati riportati i percettori di pensione residenti all’estero o non ripartibili.