Cambia la geografia della frutta italiana. Colture tipiche di un territorio si spostano più a sud e varietà tradizionali vengono sostituite da altre, anche straniere, per accogliere le richieste dei consumatori e abbassare i costi di produzione. È il caso dell’actinidia (kiwi) che, in calo nelle regioni finora vocate alla coltura nel centronord, a causa della moria trova nuova casa in Puglia. Così come le varietà di uva da tavola che stanno lasciando il posto a quelle senza semi perché più semplici da consumare. A ciò si aggiunge l’aumento di produzioni esotiche come avocado, mango e frutto della passione in Sicilia. Lo ha segnalato K-Adriatica dopo vari incontri in aziende agricole in cui sono emerse le nuove tendenze della frutta made in Italy.
“La Puglia, regione leader nella produzione di uva da tavola, in cui si coltiva il 70% di quella nazionale su una superficie di circa 25 mila ettari, sta attraversando un momento di difficoltà per gli elevati costi di produzione non sufficientemente retribuiti agli agricoltori, oltre alla difficoltà di reperire manodopera”, spiega Giovanni Toffoli, amministratore delegato di K-Adriatica. “Dai nostri incontri sul territorio per parlare di gestione delle piante da frutta è emerso l’incremento di imprese agricole pugliesi che da alcuni anni stanno sostituendo le tradizionali varietà di uva con quelle senza semi, e addirittura con impianti di kiwi gialli e verdi per una più facile gestione e costi di produzione più contenuti. È evidente che in Italia si sta delineando una nuova geografia della frutta”.
L’actinidia, cioè la pianta del kiwi, si sta peraltro spostando nel sud Italia: ne è un esempio la Calabria che, a fronte di un calo di superfici nelle regioni del nord vocate alla coltura, registra secondo il CSO Italy un +6% nel 2021 rispetto all’anno precedente. Un’altra coltura che si sta sviluppando in Italia è quella dell’avocado: anche in assenza di statistiche ufficiali, sono ormai presenti diversi impianti produttivi con un aumento nelle regioni del sud, specie in Sicilia, in sostituzione delle piante di agrumi. I consumi domestici di avocado, secondo i dati di GfK Italia, sono più che triplicati nel corso degli ultimi cinque anni arrivando nel 2021 a crescere del 35% in volume, con oltre 16 mila tonnellate in un anno.
“I cambiamenti climatici con la tendenza alla tropicalizzazione sono destinati a modificare la mappa della frutta italiana e i consumi nel prossimo futuro”, conferma Maria Rosaria Stile, responsabile ricerca e sviluppo di K-Adriatica. “L’unica soluzione per fronteggiare l’impatto negativo che tali cambiamenti hanno sull’agricoltura, e le conseguenti ricadute economiche, risiede in una consapevole e sempre più attenta pianificazione delle coltivazioni, delle operazioni colturali e della gestione dei suoli. Tenendo conto delle previsioni stagionali di temperatura e precipitazioni, si dovranno privilegiare colture e varietà più adattabili alle nuove condizioni. Sarà cruciale la gestione agronomica per non disperdere l’umidità dei suoli, preservandone la fertilità e favorendo la biodiversità”.
“Altrettanto importante sarà la scelta dei piani di concimazione, caratterizzati dalla migliore efficienza nell’uso di acqua e nutrienti per consentire alle colture di sfruttare al meglio le ridotte risorse disponibili. È in quest’ottica che K-Adriatica lavora per creare formulati che forniscano alle colture gli strumenti per contrastare gli effetti negativi dei cambiamenti climatici. Si diffonderanno i biostimolanti con molecole bioattive di origine vegetale per migliorare la resilienza delle colture, ma anche”, conclude Maria Rosaria Stile, “quelli per contrastare gli effetti della salinità, sempre con l’obiettivo di mantenere elevati standard di produzione sia quantitativi che qualitativi”.