«Il Comune ha sconfitto la povertà, la crisi economica, la mancanza di sicurezza nel centro storico e nei  quartieri. Tutto risolto. Emergenze finite! Infatti, Palazzo Barbieri si occupa di tutto tranne che dei problemi dei Veronesi: impegna il Consiglio Comunale nella “battaglia” per cancellare delle mozioni “omofobe” senza alcun valore e vara un regolamento per disciplinare l’uso della lingua italiana nemmeno fosse la Treccani! “Grandi” vittorie da dare in pasto al proprio elettorato ed alla stampa mainstream. Nulla, nella sostanza. Vorrei ricordare  alle donne che occupano posti di responsabilità nell’amministrazione, ed al sindaco Tommasi, che permettervi di farvi chiamare “assessora” e non “assessore” non aumenta né il vostro ruolo né il vostro potere di incidere nella società.

Questa “concessione” al genere non vi porta nelle stanze dei bottoni per davvero, non vi dà la possibilità di incidere realmente: vi dà un contentino, una gentile concessione, un nuovo “recinto”, dopo le quote rosa, dove rinchiudervi, svilendo il vostro ruolo nella società e il vostro diritto a partecipare alla vita pubblica.

Verona ha fatto in questo un passo indietro clamoroso: soltanto cinque anni fa c’erano due donne a sfidarsi – con concrete possibilità – per la carica di primo cittadino. Quest’anno invece alla metà dell’elettorato veronese è stata negata una concreta “rappresentanza di genere”. Questa è la vera discriminazione da combattere. Altro che “assessora” o “ministra” o “presidenta”.

La sinistra di lotta e di governo non sta facendo nulla per le donne di Verona: soltanto fumo negli occhi di una retorica femminista vecchia e vuota che non ha portato ad alcun miglioramento reale. Ma questo le donne – veronesi ed italiane – lo hanno capito perfettamente!» così Maddalena Morgante, parlamentare di Verona, responsabile del Veneto del Dipartimento Pari opportunità, famiglia e valori non negoziabili di Fratelli d’Italia.