Quali saranno i veronesi che incideranno maggiormente nel prossimo anno? le redazioni de L’Adige e del pool di freepress locali (Target Notizie, InCassetta, LaRana) hanno disegnato la “mappa” delle figure che potranno maggiormente incidere nella vita di tutti noi o i cui risultati hanno portato particolare lustro alla nostra Comunità. Ventitrè protagonisti, dieci sono donne, che saranno al centro delle cronache dei prossimi mesi.
Economia
- Pier Francesco Nocini. L’Università è una grande azienda di Verona. Opera in ambito culturale ma non disdegna le start-up che mettono a frutto il lavoro dei suoi ricercatori. E, soprattutto, è un’azienda che vuole crescere sbarcando a Vicenza con un progetto molto ambizioso.
- Federico Testa. Sarà lui a decidere se Agsm Aim si avvia ad un futuro modello Catullo – ovvero la svendita ad un socio forte e la fine del controllo veronese – o se la multiutility di Lungadige Galtarossa ha ancora un futuro industriale davanti a sé.
- Christian Marchesini. Una denominazione sempre più forte per preservare valore aggiunto e reddito per le cantine veronesi. Una navigazione non semplice fra cambiamento climatico, campanili, interessi diffusi spesso confliggenti.
- Elisabetta Pellegrini. Ingegnere. Ha fatto la Pedemontana per Luca Zaia. Per Matteo Salvini farà il ponte sullo Stretto di Messina. Semplice, no?
- Alessia Rotta. L’ex anchor-woman ed ex parlamentare PD è vicepresidente della A22, l’autostrada del Brennero che deve mettere a terra nel Veronese 1,2 miliardi di investimenti nei prossimi sette anni. Rare volte un veronese ha avuto così tanto pocket-money a disposizione…
- Marco Pavoncelli. Ha portato a livelli di eccellenza la lunga tradizione veronese dell’industria delle carni e delle loro lavorazioni; un settore non molto considerato, ma che ha un impatto enorme sulla nostra economia.
Politica
7. Paolo Borchia. Sempre più ambasciatore della Lega di Salvini a Bruxelles e nella variegata compagine dei movimenti identitari europei e nel mare magnum della diaspora italiana nel mondo, l’unica nel globo terracqueo che elegge parlamentari nel Paese di origine. E tutto questo senza abbandonare lo scranno all’Europarlamento e, oggi, anche la guida del partito a Verona.
8. Barbara Bissoli. Quando parla lei in Giunta gli assessori si sentono come Silvio Berlusconi davanti a Francesco Tatò ai tempi dei Cda di Mediaset: una figura immediatamente sostituibile. Una vera guardia pretoriana per Damiano Tommasi. Assessore avvisato…
9. Maddalena Morgante. Alla terza campagna elettorale pesca il jolly della Camera. Ma la corsa non è finita e il 2023 potrebbe vedere un nuovo incarico di responsabilità…
10. Veronica Atitsogbe. Diciamoci la verità: più operazione di marketing che di politica vera. Ma oggi la prima consigliera comunale di colore di Verona può smettere di eseguire gli ordini, di restare nell’ombra ed iniziare a fare politica di suo. In fondo, è stata eletta per questo. E può fare molto se non si fa intrappolare dai democristiani…
11. Lorenzo Fontana. Terza carica dello Stato. Partendo da vero underdog della società scaligera. Un incarico istituzionale di rilievo che, nella cronica instabilità politica italiana, lo vedrà protagonista in passaggi assai delicati…
Cultura & informazione
12. Elena Traverso. Atomica lei, atomica la sua agenzia. Ha portato il suo gruppo di lavoro in tantissimi progetti di comunicazione dentro e fuori Verona.
13. Maria Teresa Ferrari. La sua è un’offerta culturale sempre di qualità: iniziative coraggiose, proposte mai banali, una ricerca attenta che dà lustro alla città.
14. Serena Marchi. Tre saggi sull’universo femminile, poi la storia di un atleta e della sua montagna incantata che vince il concorso più prestigioso per la narrativa sportiva. Randagio è un libro scritto col cuore. Ora aspettiamo il nuovo best seller.
15. Gianmarco Mazzi. Unire il sacro col profano per il bene del portafoglio di Verona. Ovvero, portare cultura alta e cultura profana in Arena e sulle principali reti televisive. Se il bilancio della città nel 2022 è finito in attivo gran parte del merito è suo.
16. Leone Girlanda. Tredici anni e già un destino segnato nella recitazione. In un Paese che non investe sui giovani, averne uno spendibile vale davvero doppio. Bravo e volenteroso, sentiremo parlare molto di lui
Università & ricerca
17. Evelina Tacconelli. Una conferma. Una certezza. Il suo lavoro quotidiano apre spiragli di cura che migliorano la vita di migliaia di pazienti.
18. Giuseppe Puntin, AD Ospedale Pederzoli Peschiera. Una delle migliori strutture in Italia, soprattutto per il tumore alla prostata, secondo la più recente classifica dei migliori nosocomi d’Italia. E la Pederzoli è diventata una realtà imprescindibile nel welfare veronese.
Sociale
19. Mons Domenico Pompili. Non sono tempi facili per la Chiesa e Verona non fa eccezione. Il nuovo vescovo dovrà ricostruire un legame e offrire un modello di moderazione e di servizio al bene comune. Troverà orecchie più attente o più interessate?
20. Elisa La Paglia. Sta imponendo un nuovo modello di gestione della maternità nella vita amministrativa. Perché non possiamo lamentarci che questo non è un paese per far figli se non iniziamo dalle piccole cose concrete.
Sport
21. Alessandro Cappelletti. Se la Scaligera Basket resterà o meno nell’Olimpo del basket italiano molto dipenderà da questo playmaker di 27 anni, da Assisi, che è diventato la mente e il cuore di una intera squadra. Uno che non rallenta mai, che arriva a fine gara avendo sempre dato il 100%, e che non ha paura di prendersi responsabilità decisive. Un esempio per i tantissimi giovani cestisti.
22. Fulvio Valbusa. Ha spinto su quegli sci stretti sin oltre le proprie possibilità raggiungendo un palmares invidiabile. La conferma che credendo in sé stessi si può arrivare praticamente ovunque. Certo, nascere in Lessinia aiuta.. Se Randagio è un successo è perché racconta una storia vera. La sua.
23. Maurizio Setti. Vende? Non vende? Ci porta in B? ci salva in A? criticato da tantissimi, ma saldamente sul ponte di comando dell’Hellas, ha l’ingrato compito di tentare il salvataggio del Verona evitando la retrocessione. A fine stagione finirà comunque sulla graticola. Ma un sostituto alla sua figura non c’è. E, probabilmente, è meglio un imprenditore che un tifoso alla guida della società.