Non ha senso abbinare il processo per la concessione dell’autonomia differenziata al Veneto con la riforma della Costituzione in senso presidenziale come vuole la Meloni. Sono due cose diverse che seguono due iter diversi. Lo ha dichiarato oggi a Rai Tre Mario Bertolissi, docente di diritto costituzionale all’università di Padova.
Il costituzionalista ha fatto parte della delegazione della regione Veneto che dopo il referendum del 2017 ha trattato con il governo centrale l’autonomia differenziata. Autore di numerose pubblicazioni è uno dei maggiori esperti della materia. Ed è molto scettico sulla possibilità che Giorgia Meloni porti a compimento la concessione dell’autonomia.
E spiega che «non si può chiedere a una forza politica che è centralista e che ha un bacino elettorale importante nel sud di rinunciare a questo consenso». L’opinione pubblica meridionale vede come il fumo negli occhi l’Autonomia del Veneto perché teme che si traduca in una riduzione dei finanziamenti e dei vari sussidi in favore del sud.
Bertolissi è realista. Non crede alla volontà dichiarata di FdI di portare avanti assieme autonomia e presidenzialismo, anche se fanno parte del programma elettorale della coalizione di governo. Non lo dice apertamente, ma è chiaro che dietro le sue parole c’è il sospetto che sia un espediente politico per evitare la concessione dell’autonomia differenziata senza negarla esplicitamente. Così la si rimanda alle calende greche abbinandola ad una riforma complicatissima.
D’altra parte, nota il docente di diritto costituzionale, autonomia e presidenzialismo sono due cose di natura completamente diversa che non ha alcun senso abbinare, se non con questo secondo fine. Basta avere un minimo di nozioni di diritto costituzionale per rendersene conto, in quanto l’autonomia è già prevista dalla Carta, mentre il Presidenzialismo implica una riforma del suo intero impianto. «Da una parte – spiega Bertolissi- la Costituzione c’è e si tratta solo di attuarla, dall’altra parte la Costituzione non c’è e bisogna modificarla. Basta la logica di un avvocato di Pretura per mettere a nudo il contrasto insanabile che c’è in questo ragionamento».