20 anni fa la legge Sirchia che vieta il fumo nei locali pubblici chiusi. Secondo la Società italiana di Allergologia, Asmologia e Immunologia clinica è stata una buona legge perché ha fatto diminuire del 10/15% gli accessi al pronto soccorso e i ricoveri dei pazienti asmatici. L’asma è una malattia cronica delle vie aeree di natura infiammatoria abbastanza comune e qu conseguenza con una rilevanza sociale. Gli asmatici risentono negativamente del fumo, sia attivo che passivo.
«Il fumo passivo in età pediatrica è un fattore che favorisce l’insorgenza dell’asma nei bambini e aumenta la possibilità che possano diventare asmatici nel tempo – spiega Gianenrico Senna, professore di Malattie Respiratorie all’Universita di Verona e Direttore dell’Asma Center del Policlinico– Inoltre l’esposizione al fumo passivo in età pre e post natale, aumenta il rischio di comparsa dell’Asma dal 21 all’85%».
I progressi dopo il varo della legge Sirchia rappresentano uno dei più importanti risultati di salute pubblica. Ma l’abitudine al fumo nei pazienti asmatici resta ancora molto alta e la frequenza della malattia è legata anche all’aumento dei pollini e dello smog.
C’è poi da notare che se il fumo al chiuso è vietato nei locali pubblici, non lo è nelle case private. Ed è qui che fa i danni maggiori, anche a chi è costretto a inalare il fumo passivo. Per ora la scelta di fumare o meno in casa è lasciata al buonsenso del fumatore che, si suppone, non dovrebbe essere così egoista da imporre anche agli altri i danni del proprio vizio. Sarebbe necessaria una campagna di comunicazione in questo senso.
Ora bisognerebbe contrastare l’esposizione all’aereosol della sigaretta elettronica e dei dispositivi a tabacco riscaldato. Ci sono sostanze potenzialmente nocive di questi vapori, i cui effetti sulla salute respiratoria sono ancora sconosciuti.