(Di Gianni Schicchi) Con un programma ricco di insolite proposte si è svolto a San Zeno il tradizionale Concerto dell’Epifania, davanti ad un pubblico traboccante e generoso nell’applauso, indirizzato agli interpreti della serata che erano il Gruppo Vocale Bequadro, guidato dal maestro Giuseppe Manzini e l’organista Marcello Rossi Corradini.
Con una varietà di brani, in cui sono apparsi lavori di: Rheinberger, Britten, Di Marino, Biebl, Pärt, Lauridsen, Mendelssohn e arrangiamenti della traduzione spagnola, brasiliana e britannica, il Bequadro, disposto spesso in posizioni disseminate lungo le colonne della basilica, ha cantato con molta espressività e vibrato, ma senza indulgere a eccessive enfasi, specie nel comparto femminile. A volte si è trattato dei piccoli brani, di piccole cose, ma vive, piene di palpiti, sia d’amore, di nostalgia, d’umorismo. Un compito affatto semplice il suo, stante la molteplicità degli stili, dei registri, dei toni da mettere in campo e riunire, ma portato a termine sempre con una particolare rilevanza.
Giuseppe Manzini ha plasmato sicuramente un bel complesso, dove prevalgono il rigore e la sorvegliata compostezza dei singoli cantanti. Rigore e sorveglianza che tuttavia non fanno da freno anche quando la corda dominante è quella del lirismo sognante e malinconico. Il Bequadro ha chiuso la sua bella prestazione con uno scintillante To the mother in Brazil, forse il pezzo più indovinato per concludere una serata davvero scintillante, ma è piaciuto molto quel O nata lux dell’americano Morten Lauridsen, a metà concerto, pagina sottilmente costruita con una dovizia di tinte tenui e quasi diafane, di accenti sussurrati.
Marcello Rossi all’organo ha invece fatto spesso la parte del solista, prima di accompagnare nella conclusione il coro. Un esecutore sempre attento, un interprete sorprendente, agile nel fraseggio e dal luminoso timbro (anche grazie al magnifico strumento elettronico della basilica) in cui risalta il bel suono, rotondo e spesso morbido, la qualità del legato e la ricchezza dei piani timbrici. Rossi è molto abile nel differenziare timbricamente le singole voci dell’intreccio contrappuntistico che si sposano ad una vivacità insolita evitando, come nell’iniziale Fuga Bachiana, di usare registri più pesanti. Eccezionale la sua personale trascrizione per organo della Cathedrale engloutie di Debussy (dai 12 Preludi per pianoforte del primo volume) affrontata con una incalzante vigore, in cui ogni piccolo dettaglio è stato messo in giusta ed elegante evidenza. Successo e ripetuti gli applausi del pubblico, a sugellare la decima edizione del Concerto dell’Epifania