“Il picco attuale di Covid in Cina non dovrebbe avere un impatto significativo in Europa”. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) tranquillizza. “Scientificamente non c’è una minaccia imminente per l’Europa” rispetto all’andamento dell’epidemia di Covid-19 in Cina, poichè le sottovarianti individuate sono già circolanti in Ue”, ha spiegato Hans Henri Kluge, direttore per l’Europa dell’Oms, nella prima conferenza stampa organizzata nel 2023 per fare il punto sulla situazione epidemiologica. Anche secondo il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), prevede che l’ondata in corso in Cina non abbia un impatto significativo in Europa.
Mancano però informazioni precise dalla Cina che sull’argomento è sempre stata reticente, a cominciare da quando aveva negato l’esistenza stessa del Covid arrivando perfino ad incarcerare il medico che per primo ne aveva denunciato il pericolo. Il 7 dicembre, in seguito al malcontento insorto da quando la variante Omicron sta colpendo senza precedenti la popolazione e alle accuse sulla carenza di medicinali e ospedali e crematori sotto pressione, il governo cinese ha cambiato politica sul Covid ma non è ancora chiaro quanto sta accadendo in Cina. Per cui l’Oms ammette “che i Paesi adottino misure precauzionali per proteggere le loro popolazioni, mentre siamo in attesa di informazioni più dettagliate dalla Cina condivise tramite database accessibili al pubblico. Per quei Paesi della nostra regione che stanno introducendo tali misure di viaggio precauzionali in questo momento, chiediamo che siano radicate nella scienza, proporzionate e non discriminatorie”.