Preoccupazione, (qui il nostro video) sfiducia verso il futuro, rinuncia a perseguire i propri sogni e progetti, questi i sentimenti che emergono dalla ricerca condotta dal dipartimento di Scienze umane, in collaborazione con Adiconsum e Coldiretti. L’indagine, condotta lo scorso dicembre su un campione di 1005 residenti nel comune di Verona, ha indagato la situazione veronese, comparando i dati con quelli del 2018. I dati sono stati presentati oggi in ateneo dal direttore del dipartimento Riccardo Panattoni, i docenti ecomponenti dell’Osservatorio sui consumi delle famiglie Debora Viviani e Sandro Stanzani, Davide Cecchinato, presidente di Adiconsum Verona, e Alex Vantini, presidente di Coldiretti Verona.
Il quadro che emerge dall’indagine “Orientamenti di consumo in un’epoca di restrizioni. Un’indagine sul territorio veronese” è di generale incertezza, con un aumento delle famiglie ad alto livello di difficoltà economica, che passano dall’11,3% del 2018 al 21,6% del 2022, con il 39,4% che si dice preoccupato, mentre nel 2018 lo era solo il 25,9%.
Anche a causa delle difficoltà i veronesi hanno dovuto rinunciare ad alcuni progetti da realizzare, come restaurare casa (il 50,5% del campione), comprare un’auto (50,1%) o comprare casa (39,4%), rispettivamente, il 36,3% ha deciso di non restaurare casa, il 31,6% non ha acquistato un’auto e il 26,2% non ha acquistato una nuova casa. Incertezza che si ripercuote anche sugli affetti, con il 17% che ha rinunciato a concepire un figlio.
“I veronesi sono preoccupati per la situazione economica familiare. Circa la metà del campione si dichiara preoccupato (39,4%) o fortemente preoccupato (8,6%) per il futuro e solamente il 5,9% affronta il nuovo anno con ottimismo. Nel 2018 gli ottimisti erano il 18,4% del campione”, spiegano Viviani e Stanzani.
Il 75% dei veronesi cerca di contenere le spese energetiche e il 35% ha ridotto gli spostamenti in auto. I veronesi hanno ricominciato a porre particolare attenzione ai prezzi. Il 70% cucina maggiormente in casa, evitando di acquistare piatti già cucinati. Il 67,9% dichiara di stare più attento a ciò che mangia, il 64% afferma di mangiare più sano. In generale è maggiore l’attenzione alla qualità, stagionalità e alla provenienza del prodotto con predilezione per il km zero.
Se durante la pandemia c’era stato un aumento dell’uso del servizio di food delivery, a causa del lockdown, ora si registra una decelerazione nell’uso del servizio di consegna di cibo a domicilio. Il 51% dei veronesi, infatti, ammette di non utilizzarlo più (14,4%) o di averlo diminuito (36,6%).
Principale sostegno nelle difficoltà rimangono le reti primarie di relazione, in primis la famiglia. Parenti e amici sono una fonte di sostegno economico cui si ricorre con più frequenza e probabilmente con più fiducia rispetto alle banche e agli istituti finanziari.