(di Giorgio Massignan) Verona ha avuto ed ha molte opportunità per trasformarsi in una città ideale. Per realizzarla è necessario modificare il metodo di pianificare il territorio, che sinora ha determinato le scelte d’uso grazie alla coincidenza tra gli interessi economici dei finanziatori privati e quelli elettorali della classe politica-amministrativa. La civiltà industriale, priva di etica e proiettata solo al profitto, ha perpetrato e continua a perpetrare la devastazione del paesaggio e lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, creando ambiti territoriali disumanizzanti.
La progettazione della città non deve rimanere di pertinenza e discrezionalità di coloro che detengono il potere economico e politico, ma dell’intera società, che dovrà essere direttamente coinvolta nella pianificazione e gestione attiva del territorio. Per questo, risulta indispensabile modificare radicalmente lo studio e la pianificazione, collegando le scienze naturali con quelle sociali. Si deve definire un sistema organico in contrapposizione alle tendenze strettamente specialistiche, tecniciste e funzionali che hanno prodotto la città industriale e la separazione dell’uomo dai cicli naturali, provocando il degrado sociale e la ghettizzazione.
La città è un organismo indivisibile in cui natura e società sono fusi assieme e dove la natura e il paesaggio non devono essere considerati scenari, ma elementi fondamentali per l’organizzazione del territorio e degli equilibri sociali.
L’urbanistica, troppo spesso, è stata limitata alla sola tecnica ingegneristica e, non di rado, usata per giustificare scelte non attinenti alle reali esigenze della comunità.
La pianificazione urbanistica deve rispondere ai bisogni materiali e spirituali delle persone e delle collettività che vivono sul territorio. Bisogni che possono trovare risposte nel mantenimento degli antichi tessuti urbani, ricchi di memorie e negli spazi verdi costituiti da parchi, giardini, orti urbani e cinture verdi. Queste ultime, permettono la connessione delle varie zone urbane, trasformando il tessuto cittadino in un ambiente ecologicamente corretto. La città va intesa come un organismo vivente che si evolve in base alle reali esigenze dei suoi abitanti. Evoluzione che non significa crescere ed espandersi indiscriminatamente, ma modificarsi sulla base del suo metabolismo, del consumo di energie e di risorse per la sua vita. Non devono esistere differenze tra zone della città ricche di servizi ed altre che ne sono prive, così come vanno eliminati i poli monofunzionali. Ogni zona urbana dovrà trasformarsi in una porzione di città autosufficiente con i relativi servizi.
Verona possiede tutte le opportunità per trasformarsi in una città ideale, ma è necessaria la volontà politica e la pressione dei cittadini per realizzarla.