L’Organizzazione mondiale della sanità lancia l’allarme per i grassi transindustriali, che vengono usati dall’industria alimentare nella confezione degli alimenti confezionai, dei prodotti da forno, delle creme spalmabili, degli oli da cucina, hamburger, salsicce, interiora, burro e formaggi, merendine, glasse, biscotti, patatine fritte, pasti confezionati per prolungare la vita dei prodotti reperibili sugli scaffali dei supermercati.
Sono sostanze chimiche tossiche che fanno male alla salute e sono responsabili di malattie cardiache. L’Oms calcola che nel mondo siano cinque miliardi le persone che subiscono danni da questi grassi e 500 mila quelle che muoiono per danni alle coronarie. E’ stato calcolato che dei 16 paesi dove si muore di più per coronaropatie, 9 non hanno politiche che ne limitano l’uso: Australia, Azerbaigian, Bhutan, Ecuador, Egitto, Iran, Nepal, Pakistan e Repubblica di Corea.
L’Oms ritiene che nel mondo si dovrebbe arrivare all’eliminazione totale dei grassi transindustriali dal cibo entro il 2023, ma difficilmente questo obiettivo potrà essere raggiunto. I paesi dove sono state adottate leggi a protezione della salute in questo senso sono aumentati: 43 paesi hanno aumentato le politiche di best practice pari a 2,8 miliardi di persone protette a livello globale (36% della popolazione mondiale). Ma rimangono cinque miliardi di persone che continuano ad essere esposte ai rischi di questi grassi industriali.
In Italia dal 2021, in base a una direttiva europea, il contenuto di acidi grassi trans nei prodotti industriali deve essere inferiore al 2% della quantità totale di grassi presente nel prodotto confezionato.