Il disegno di legge sull’Autonomia differenziata dovrebbe essere all’ordine del giorno del pre-consiglio dei ministri di oggi in vista della riunione di giovedì. I ministri però non hanno ancora sul tavolo il testo del provvedimento. Lo aveva annunciato sabato il ministro per l’Autonomia e gli Affari regionali Roberto Calderoli, aggiungendo che “ poi ragionevolmente andrà in Consiglio dei ministri”.
Le Camere hanno due mesi per esaminare l’intesa fra Regione e Stato per l’attribuzione di nuove funzioni. Tempi raddoppiati rispetto alle previsoni per permetterne la valutazione al Mef e ai ministri competenti per ciascuna materia da trasferire sul livello regionale. Subito dopo lo schema di intesa va trasmesso alla Conferenza unificata. Lo schema di intesa definitivo va approvato dalla Regione, poi entro 30 giorni è deliberato dal Consiglio dei ministri.
Fatto tutto questo l’intesa ha una durata “non superiore a dieci anni”. Un limite che lascia perplessi, dato che le autonomie speciali di Sicilia, Sardegna, Friuli-Venezia Giulia, Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige sono in vigore da più di sessant’anni. La bozza però prevede che “alla scadenza del termine di durata, l’intesa si intende rinnovata per un uguale periodo, salvo diversa volontà dello Stato o della Regione, manifestata almeno sei mesi prima della scadenza”
Il documento specifica anche che “l’intesa può prevedere inoltre i casi e le modalità con cui lo Stato o la Regione possono chiedere la cessazione della sua efficacia, che è deliberata con legge a maggioranza assoluta delle Camere”.. “Ciascuna intesa – si legge ancora nel testo – individua i casi in cui le disposizioni statali vigenti nelle materie di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, oggetto di intesa con una Regione, approvata con legge, continuano ad applicarsi nei relativi territori della Regione fino alla data di entrata in vigore delle disposizioni regionali disciplinanti gli ambiti oggetto dell’intesa”.