(di Rossana Cavallari*) Che la comunicazione sia parte della vita delle persone è cosa nota da sempre, tanto che l’uomo ha sentito la necessità di comunicare con i suoi simili attraverso gli strumenti e i mezzi che aveva a disposizione. Non occorre riprendere il tema raccontandolo attraverso la storia dell’uomo e della sua evoluzione, ma può essere utile chiedersi quanto oggi si conosca o si creda di conoscere della comunicazione. Ne ha parlato a Verona, ragionando su come si possa comunicare in modo efficace portando senso e significato, Antonio Spadaro, giornalista e direttore della rivista La Civiltà Cattolica, teologo e critico letterario.
L’occasione è stata l’incontro organizzato dalla Diocesi di Verona in collaborazione con UCSI – Unione Cattolica Stampa Italiana di Verona e Fondazione Toniolo, per ricordare San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, e per commentare il messaggio che proprio Papa Francesco ha scritto in occasione della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. Si può ancora comunicare efficacemente? Come farlo alla luce dei vorticosi cambiamenti cui si assiste? Come l’informazione può migliorare?
In un mondo cambiato, globalizzato e multiculturale, nel quale le persone entrano in relazione tra loro – e non solo, visto ciò che l’intelligenza artificiale può generare – e il proliferare di canali sociali che impongono velocità, immediatezza e capacità di sintesi, è necessario chiedersi come comunicare e, soprattutto, capire che valore dare alla comunicazione. Se per molto tempo si è basata su una relazione in cui alla trasmissione corrispondeva la ricezione del messaggio, ora la quotidianità racconta di messaggi trasmessi e ricevuti attraverso i quali tutti sono protagonisti attivi di un processo che non ha mai fine e che non segue le regole del tempo.
Oggi le connessioni sono costanti, i confini e le dimensioni annullati. La realtà racconta di consumatori che diventano influencer, persone comuni che possono essere reporter, di diffusioni virali nemmeno immaginate fino a qualche anno fa, di opinioni espresse in merito a qualsiasi argomento e polarizzazioni. Le regole del gioco sono state ampiamente ribaltate e non ancora del tutto riscritte. Ecco che può sembrare inconsueto, se non addirittura strano, ascoltare i suggerimenti offerti su questo tema da Papa Francesco, che utilizza un linguaggio semplice, comprensibile e immediato riuscendo ad avvicinarsi a tutti dimostrando che, il cambiamento può essere un’opportunità.
Papa Francesco parla chiaro e Antonio Spadaro lo ha saputo ricordare attraverso poche parole: ascoltare, vedere, stare e indagare la realtà che ci circonda per incontrarla, conoscerla e comunicarla. Parole che rappresentano linee guida sulle quali costruire un modo diverso di vivere i contesti della comunicazione. Ci si deve muovere nella realtà diventandone testimoni, si devono cogliere i segnali e le storie di chi non ha voce per poterle condividere, si deve costruire una comunicazione che sia fonte di dialogo e di relazione. Là dove oggi c’è troppo rumore la comunicazione s-comunica, e Spadaro sottolinea come quello che può apparire come un paradosso è anche un evidente rischio. Sempre più la comunicazione ostacola, divide e non condivide. Così come il giornalismo e l’informazione dovrebbe ricordare la possibilità di avere una vocazione sociale, diventando uno strumento capace di generare cittadinanza.
Non sono le regole della scuola di Palo Alto, che hanno definito i principi di base della comunicazione e da molti studiate. E non sono nemmeno le regole didattiche che animano i tanti “corsi di sopravvivenza” fai da te di cui pare non si possa fare a meno nella vita di tante persone. Ma sono le indicazioni di Papa Francesco offerte a chi lavora comunicando, giornalisti e non solo, a dimostrazione che esiste una Chiesa viva che continua a osservare il futuro e i suoi cambiamenti, cercando di dare una visione e una direzione.
(*Giornalista specializzata nella comunicazione sociale, si occupa anche dei nuovi linguaggi applicati al mondo dell’informazione. Con questa cronaca inaugura la sua collaborazione con L’Adige di Verona. Per il nostro quotidiano approfondirà come si sta arricchendo il rapporto tra i veronesi e la fede, mentre alla tradizione oggi si affianca anche una ricerca di spiritualità fatta anche di cultura).