Fra i dati emersi ieri in occasione del Cancer Day, la giornata contro il cancro, ci sono quelli che indicano un’Italia divisa in due nella lotta ai tumori con le regioni meridionali che non riescono a portare avanti tutte quelle azioni di prevenzione e di screening oncologico che invece sarebbero necessarie.
I malati di cancro in Italia sono più di tre milioni e mezzo (dati del 2021), un numero che non lascia spazio a indugi sui programmi di prevenzione. Ma al sud non si fa abbastanza. Un esempio? Le mammografie, indispensabili per prevenire il cancro al seno. Al Nord la esegue il 63% delle donne. Al Sud solo il 23%.
Altro tumore diffusissimo è il cancro del colon per prevenire il quale è importante eseguire periodicamente la ricerca del sangue occulto nelle feci. Un’operazione facilissima, semplice e molto utile. Al Nord viene fatta dal 41%, al Sud dal 10%. Anche per il pap-test, fondamentale nella prevenzione del carcinoma del collo dell’utero, accade qualcosa del genere. Al Nord le donne che si sottopongono al test sono 41%, al Sud il 22%.
Un altro dato interessante. Sull’incidenza dei tumori pesano povertà e ignoranza: in Europa il 32% dei decessi per tumore è associato a povertà e bassa istruzione. Fortunatamente in Italia, dove esiste un sistema di assistenza sanitaria basato sul principio universalistico che garantisce cure gratis a tutti tale fenomeno è meno marcato.
« Il cancro – afferma il ministro della Salute Orazio Schillaci- è la patologia cronica potenzialmente più prevenibile e oggi anche più curabile. Intervenire sui principali fattori di rischio, come fumo, alimentazione scorretta e inattività fisica, è infatti la strategia di promozione della salute più efficiente a lungo termine: possiamo evitare il 50% delle morti per tumore”. Di conseguenza Schillaci punterà molto sulla prevenzione e su nuove norme per limitare il fumo.