Di Sanremo se n’è parlato anche troppo. Lasciamo perdere le valutazioni sul livello artistico, si fa per dire. De gustibus non est disputandum. Ma l’organizzazione del Festival ha voluto allargare lo spettacolo alla politica e ha fatto la pipì fuori dal vaso. Così va da sé che una risposta politica sia inevitabile. Tralasciamo le polemiche sulle specifiche performance di questo o quel personaggio che attraverso la Rai è entrato nelle case degli italiani. La risposta, senza tanti giri di parole, l’ha data Gianmarco Mazzi, sottosegretario veronese alla cultura con delega allo spettacolo, quindi con tutte le carte in regola per darla in quanto rappresentante del governo.
Il suo ragionamento è semplice: le scelte politiche dell’attuale dirigenza Rai sono l’espressione di un certo modello culturale – o pseudo-culturale- connesso a una determinata area di sinistra che ha governato. Ora il governo, designato da un ampio consenso popolare, rappresenta un’area politica di segno opposto. Quindi, a prescindere da qualsiasi ragionamento sullo spoyl system, è normale, logico e democratico che la governance della Rai deva afferire al modello culturale della maggioranza degli italiani uscita dalla elezioni.
Un ragionamento pacato e di una logica stringente. In poche parole: il governo Meloni deve cambiare i vertici della Rai perché non in sintonia con il modello politico-culturale in cui si riconosce la maggioranza degli italiani.
Oltre tutto l’attuale governance non era neanche prima espressione della maggioranza, in quanto i governi che si sono succeduti nell’ultimo decennio non erano democraticamente eletti, ma frutto di alchimie di potere. Ciò nonostante hanno imposto una linea minoritaria e sostenuto posizioni culturali, sociali, morali e politiche di parte, anche attraverso le scelte ‘artistiche’ e i personaggi scelti a Sanremo. Delle nullità proposte quasi fossero dei profeti, concedendo spazi e una vetrina per propagandare le loro idee bislacche e anche fastidiose a spese degli italiani che pagano il canone nella bolletta elettrica. Ma adesso basta. La misura è colma. Bisogna voltare pagina.