Un Albo professionale – qui il nostro video – e aiuti concreti per ammodernare il parco veicoli: la regione Veneto, grazie alla legga presentata dal consigliere veronese Filippo Rigo (Lega-LV), compie due passi in avanti strategici per la crescita di un settore fondamentale per la competitività dell’agroalimentare veneto.
La nuova legge regionale di cui è primo firmatario Rigo è la n.2/2023 che modifica la precedente norma del 2014. «Finalmente viene ufficialmente riconosciuto il ruolo di queste imprese senza cui la moderna agricoltura non può essere concepita. Un settore che però necessita di alta qualificazione e formazione costante. La Regione del Veneto ha colto l’importanza di questo settore e si è quindi mossa per esaltarne le competenze e assicurare la sicurezza sul lavoro. Sono ormai passati 20 giorni dall’approvazione della legge, e da allora abbiamo avuto molti riscontri positivi da addetti ai lavori e dalle associazioni di categoria. Un ulteriore segnale di quanto questa modifica sia utile » sottolinea Filippo Rigo.
Insieme a lui, in una conferenza stampa, anche il Presidente nazionale della Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani, Gianni Dalla Bernardina (a sinistra nella foto), i rappresentanti provinciali del Veneto e i rappresentanti di Emilia Romagna e Lombardia. «Per noi è una grande soddisfazione che va a coronare un lavoro iniziato da anni – spiega Dalla Bernardina -: senza i “professionisti dell’agricoltura”, come possiamo definire gli specialisti dell’agromeccanica, non potrebbe essere svolto il lavoro dei campi. Questa nuova legge regionale riconosce il loro ruolo e la loro importanza. Il Veneto così si affianca a Lombardia ed Emilia Romagna nell’istituzione dell’albo: una grande novità, visto il peso che questa regione riveste nella produzione lorda vendibile a livello nazionale. Anche altre amministrazioni regionali dovrebbero seguirne l’esempio». «L’Iscrizione all’albo – continua il consigliere Rigo – permetterà non solo di redigere un elenco di professionisti qualificati e in regola, garantendo così l’eccellenza del servizio e quindi del prodotto finale, ma permetterà anche di poter investire nella formazione e nella sicurezza. I macchinari utilizzati dal settore sono infatti estremamente complessi: è necessaria una grande competenza per il loro utilizzo. I fondi sbloccati andranno proprio in questa direzione: investire sui lavoratori per investire sulla qualità di un settore, quello agroalimentare, che il resto d’Italia e d’Europa ci invidia».