Caregiver è una parola inglese entrata nell’uso comune in ambito socio-sanitario per indicare tutte quelle persone che, pur non essendo qualificate professionalmente, svolgono un ruolo fondamentale, quello dei assistere le persone che hanno bisogno, malate, che no sono autosufficienti. Si tratta generalmente di familiari o di ‘badanti’ che nell’ambito dell’assistenza svolgono un ruolo fondamentale, perché senza di loro il sistema salterebbe. Anzi, sarebbe già saltato. Per questo la Giunta regionale del Veneto ha stanziato due milioni di euro per i caregiver su proposta dell’assessore alla Sanità e al Sociale, dato che nella nostra regione le due competenze sono aggregate in un unico assessorato a rimarcare quella che è la linea storica dell’integrazione fra la sanità e il sociale.
L’impegno dei caregiver, ha detto l’assessore Lanzarin «per la sua rilevanza dal punto di vista assistenziale ma anche da quello economico e sociale merita di essere sostenuto”. E’ infatti e evidente che senza questa figura moltissime persone non autosufficienti dovrebbero essere ‘istituzionalizzate’, ovvero ricoverate in strutture socio-sanitarie con un enorme aggravio di spesa per la comunità.
1.322.937 euro sono stanziati per coloro che seguono persone in condizione di disabilità gravissima; 450 mila euro per quelli che seguono chi non ha avuto accesso alle strutture residenziali per la pandemia e 225 mila euro per i programmi volti a far tornare a casa i ricoverati nelle strutture socio-sanitarie.
Anche per accedere a questi finanziamenti è necessaria la certificazione Isee, la scheda Svama (Scheda di valutazione multidimensionale dell’adulto) o Samdi (Scheda valutazione multidimensionale delle persone con disabilità).